Con il sole negli occhi, Laura Morante a Blogo: “A Pupi Avati ho detto subito sì” (VIDEO)
La Morante interpreta Carla Astrei, chiamata a scegliere tra l’impegno morale assunto nei confronti di un bambino profugo e il proprio desiderio di maternità
Laura Morante torna protagonista in televisione con il film Con il sole negli occhi, in onda su Raiuno lunedì 2 febbraio prossimo. Blogo, poco prima della conferenza stampa di presentazione, ha rivolto alcune domande all’attrice che ha ritrovato sul set Pupi Avati (video intervista), per il quale aveva recitato già ne Il nascondiglio e Il figlio più piccolo (al cinema).
Un film tv per lei è quasi un evento. Immagino che per convincerla molto abbia pesato la presenza di Avati.
Con Pupi è il terzo film che facciamo insieme, ma gli altri due erano per il cinema. Mi ha chiamata e mi ha detto: ‘Senti, Laura, ti volevo proporre…’. Gli ho risposto: ‘Ti dico subito sì, poi mi dici che cos’è’.
Nella storia come si intrecciano i due temi, quello dell’emigrazione e quello della solitudine femminile.
All’inizio del film Carla Astrei è una donna apparentemente appagata, anche se sente che qualcosa non è come sembra. Forse il desiderio di maternità, messo a tacere per compiacere il marito (Giorgio, interpretato da Paolo Sassanelli, Ndr). Ma è un matrimonio apparentemente riuscito, i due stanno per festeggiare il ventesimo anniversario, sono due avvocati divorzisti di successo. Sennonché, improvvisamente, il pilastro su cui si regge la sua vita, cioè il marito, crolla. Lei si ritrova sola; c’è un momento di assoluta disperazione, quasi di rifiuto della vita, smette addirittura di lavorare. Poi c’è l’incontro fortuito con un bambino (Marhaba, interpretato da Amor Faidi, Ndr), che viene da un’esperienza ancor più drammatica: non ha più famiglia, è superstite di un naufragio al largo della costa di Lampedusa, nel quale sono morti i due suoi fratelli. Lei comincia a interessarsi alla storia del bambino, probabilmente perché ha bisogno di uno sfogo nella vita; le cose poco a poco evolvono perché lei deve conquistare la fiducia del bambino, che non parla con nessuno, e perché gli eventi la porteranno a dover compiere una scelta molto dolorosa, tra l’assolvere l’impegno morale preso nei confronti del bambino o il soddisfare il proprio desiderio di maternità. Una scelta che le aprirà davanti la strada verso una vita più proiettata verso gli altri e meno egoistica.
Il tema della solitudine femminile è centrale anche nel film che sta preparando – da regista – per il cinema, Assolo (ma forse il titolo cambierà)?
Sì. Il titolo è ambivalente: la protagonista si ritrova sola a 50 anni; la sua vita è tenuta in piedi da un equilibrio precario dato da tutta una serie di dipendenze. Assolo è anche il momento glorioso per una interprete, in cui finalmente può dare prova delle proprie capacità. Assolo dunque è anche la storia di una donna che affronta, finalmente, il suo momento.
In apertura di post il video dell’intervista.