L’Arena Home Edition, Giletti processa la ‘casa di Tulliani’ a Montecarlo (e poi passa alle popolari)
Massimo Giletti torna sul caso immobiliare che tempo fa interessò il ‘cognato’ di Fini sull’onda di un nuovo servizio realizzato da Oggi: l’occasione è gradita per caricare a molla l’indignazione dei telespettatori.
Una versione ‘Home Edition’ de L’Arena è andata in onda oggi, domenica 25 gennaio 2015: la parte dedicata all’attualità è dedicata alle ‘case’, “popolari e impopolari” come recita il titolo con cui si apre la puntata.
La chiave narrativa è sempre quella dell’indignazione. Se la scorsa settimana si è puntato sulle magagne del pubblico impiego, questa volta il fil rouge è legato a scandali immobiliari, ma decisamente eterogenei.
Prima parte dedicata alla riesumazione del caso della casa monegasca che coinvolse qualche anno fa Gianfranco Fini, all’epoca Presidente della Camera, e il fratello della sua compagna, Giancarlo Tulliani. L’occasione per tornare sul caso la offre un servizio di Oggi che annuncia la messa in vendita della ‘famigerata’ casa su Boulevard Princesse Charlotte a Monte-Carlo.
“In vendita l’appartamento che inguaiò Fini e suo “cognato” Tulliani” titola Oggi: una casa ricevuta da AN in ‘dono’ da una appassionata militante che sarebbe stata venduta nel 2008 a 300.000 euro a una società registrata ai Caraibi, dietro la quale si ‘celerebbe’ Tulliani. Questa stessa casa, dopo la ristrutturazione, sarebbe stata messa in vendita da un’agenzia monegasca a 1.500.000 di Euro. Una discrepanza che avvalorerebbe la vendita sottocosto dell’appartamento, oggetto di una causa civile intentata dal segretario de La Destra, Francesco Storace.
Parte da qui Giletti per sguinzagliare le sue inviate. Primo obiettivo? Certificare che Tulliani sia davvero legato a quella casa. Come si può fare? Semplice. Si intervista il suo ex vicino di casa che racconta con una certa enfasi di averlo visto, conosciuto, di avere un muro in comune con lui:
“Avevamo tutta una parete confinante con il suo appartamento. Tutto il mondo sapeva che era il cognato di Fini… Abbiamo avuto anche un armadio a muro danneggiato per i lavori di ristrutturazione della casa: avevamo un buco nel muro…. potevo guardare in casa sua…”
dice il ‘vicino di casa’ che racconta di come si sia messo d’accordo con lui per i danni. Ovviamente ci fidiamo.
Ma come si può spingere sul pedale dell’indignazione? Beh, sottolineando magari la lussuosa ristrutturazione dell’appartamento. E così ecco intervistato il titolare dell’impresa che ha condotto i lavori. La giornalista incalza alla ricerca della ‘scabrosa verità’: c’è il parquet? Marmo in bagno? Interni rifiniti lusso?
Fa fatica l’imprenditore edile a spiegare che a terra ci sono delle normalissime mattonelle, che in bagno sì c’è il marmo, ma non di prestigio, così come porte e infissi non sono da ‘capitolato’ ma poco ci manca. E si arriva a parlare di una cucina di marca a 7.000 euro come ‘di lusso’. Evidentemente nessuno dei presenti si è mai fatto fare un preventivo da qualche grande ditta di arredamento.
“Erano molto attenti a questa casa, vero? Seguivano personalmente i lavori, passo passo, non è così?”
domanda, inoltre, con calore l’inviata. Come se ci fosse qualcuno che non segue i lavori in casa propria.
‘Inquisizione’ edile, dunque, basata su un sillogismo: la casa è a Montecarlo, a Montecarlo tutto è lusso sfrenato, la casa deve seguire i dettami del lusso sfrenato. Però, per sapere che si tratta di un due stanze al primo piano di una palazzina, come tante, nel cuore di Monte-Carlo, dobbiamo attendere una intervista ‘rubata’ a un agente immobiliare, che precisa come non ci siano cantina e garage, spingendosi a dire che ci sono persino gli scarafaggi. Qui rischia però di tradirsi… è troppo. A Montecarlo non possono esistere gli scarafaggi.
Non è dato, invece, sapere quale sia la superficie dell’appartamento. Non è un’informazione rilevante. Il marmo invece è fondamentale.
A commentare i fatti Giovanni Toti (FI), Pina Picerno (PD), Myrta Merlino, da La7, e Vittorio Feltri, direttore de Il Giornale, che per primo sollevò il caso e che fu tacciato di aver operato per screditare Fini. Assenti Fini e Storace, in qualità di segretario de La Destra, così come i loro avvocati, che hanno declinato l’invito di Giletti. Chissà se hanno sentito la Merlino aprire il suo intervento così:
“Ci vorrebbe il trattamento sanitario per Fini. Quando era Presidente della Camera disse che si sarebbe dimesso se si fosse trovato qualcosa contro di lui o la sua famiglia”.
Ora, non entro nelle questioni legali (ricordando però che i procedimenti penali sono stati archiviati, mentre che persiste la causa civile), tantomeno politiche: la mia è una pura osservazione ‘narrativa’, legata alla costruzione del programma. Il risultato di questo blocco è, nella sostanza, la ‘riabilitazione’ di Feltri e de Il Giornale dalle accuse lanciate anni fa da Fini, che parlò di ‘macchina del fango‘ (ma senza controparte) e una grossolana ‘indagine’ di mercato sul valore di una casa condotta, apparentemente, per sostenere una tesi, ovvero l’estremo lusso del bene in vendita.
Il tutto lascia in bocca la (amara) sensazione di un tentativo di cavalcare l’onda di uno ‘scoop’ fatto da altri, peraltro senza un concreto contraddittorio e con interviste che sembrano uscite da un programma di makeover affidato a giovani inesperti di ristrutturazioni. I ‘testi’ chiamati a verificare la vicenda, dal vicino di casa al ‘direttore dei lavori’, mi hanno fatto, invece, venire in mente un passaggio di “Così Parlò Bellavista”, di Luciano De Crescenzo…
In effetti questa è solo la prima parte del segmento ‘Casa’: ben più grave, decisamente indigeribile, il caso del ricatto sessuale in cambio di una casa popolare scoppiato a Chieti (roba da Sant’Uffizio). Poi si passa (ancora) a un approfondimento sulla situazione dell’edilizia popolare a Roma e l’attenzione de L’Arena per il Comune di Roma dà talvolta la sensazione di passare, all’improvviso, da RaiUno a RomaUno (con l’ennesimo attacco del centrodestra contro il Sindaco Marino e l’ennesima dichiarazione dell’assessore comunale di turno).
L’inizio della puntata, però, lascia nell’aria una domanda: perché dedicare un blocco così (in fondo) breve e concitato alla casa monegasca del ‘cognato di Fini’? Per accrescere il senso di ‘indignazione’ nel confronto con chi si trova a subire ricatti sessuali per avere un tetto economico e popolare? Per mostrare la propria vicinanza ai colleghi de Il Giornale? Forse per tutto questo insieme. O forse per qualcos’altro che non riesco a capire…
L’Arena di Giletti, la casa ‘di’ Tulliani