A.A.A. cercasi un nuovo Furore per Alessandro Greco
Questi sono i veri drammi occupazionali (per cui il nostro Gossipblog ha proposto una petizione in piena regola). Alessandro Greco confessa di essere definitivamente fuori dai giochi e chiede una seconda chance in un’intervista rilasciata a Il Giornale. In fondo, è diventato vecchio in tv ancor prima che nella vita, visto che ai tempi della
Questi sono i veri drammi occupazionali (per cui il nostro Gossipblog ha proposto una petizione in piena regola). Alessandro Greco confessa di essere definitivamente fuori dai giochi e chiede una seconda chance in un’intervista rilasciata a Il Giornale. In fondo, è diventato vecchio in tv ancor prima che nella vita, visto che ai tempi della grande popolarità, arrivata per caso, era il più giovane conduttore televisivo sulla piazza (per giunta allo sbaraglio in un prime time). E oggi ammette di non essersi saputo gestire, illudendosi di poter farcela da solo e unicamente in virtù dei propri meriti:
“Sono arrivato senza raccomandazioni, sono piaciuto, ho goduto della fiducia artistica di Sergio Japino e di Raffaella Carrà, rispettivamente regista e curatrice del programma, di quella di Carlo Freccero, allora direttore di rete, dei loro consigli, dei loro suggerimenti… Poi, quella macchina si è esaurita, quel tipo di programmi non si è più fatto. E però, rimane lo stesso qualcosa di incomprensibile. Se qualcuno mi avesse detto non sei adatto e me lo avesse motivato, me ne sarei fatto una ragione. Penso che un conduttore debba essere eclettico, non volevo certo fare Furore per tutta la vita, capivo benissimo che la novità dell’esordio diveniva routine già al secondo anno, c’era un rischio di overdose. Io l’ho corso, perché me lo hanno chiesto e perché pensavo che dopo ci sarebbe stato spazio per altro. Non c’è stato un dopo e non c’è stato spazio”.
Alessandro Greco pone in luce in quest’interessante intervista la difficoltà di inserirsi nella tv di oggi per chi ha saltato un turno e perde definitivamente la giostra. Lui per primo, infatti, si è reso conto di essere una merce particolare, che non si sa bene dove e come collocare. Riconosce che non funzionerebbe in una tv del dolore e non si sentirebbe a suo agio in una trasmissione urlata. Non sbilanciandosi in giudizi di (de)merito, ammette solo che non potrebbe mai fare un programma come Libero o come Distraction perché non sono nelle sue corde. Come è altrettanto in difficoltà a vedersi in un reality, visto che hanno un elemento di stress e di egocentrismo competitivo che non è il suo.
Il conduttore era stato lanciato nel piccolo schermo con Furore, il varietà musicale che, assieme a Ciao Darwin, ha sdoganato il trash nelle prime serate generaliste. Dopo il grande successo ottenuto su Raidue, più per merito della trasmissione che – va detto – della sua verve, la Rai decise di promuoverlo al preserale dell’ammiraglia, con un nuovo show che prendeva il posto dell’indimenticabile Luna Park. Chi si ricorda ancora di Colorado, lo sfortunato quiz di Raiuno rivelatosi un vero flop? Greco ne fu ritenuto l’artefice al punto di vedersi soppiantato da Carlo Conti nel bel mezzo della stagione 1997-1998. Ma già prima di farsi notare in questi due programmi, Alessandro Greco aveva fatto la vera gavetta a tutto tondo…
L’esiliato conduttore ha iniziato la carriera come imitatore in radio e TV private a livello locale. Nel 1992 ha partecipato e vinto il concorso per nuovi talenti nel programma Stasera mi butto. Nel 1995 e nel 1996 era nel cast di Unomattina estate e ha partecipato come cabarettista al Seven Show in onda su Italia 7. Passando alla fase discendente della sua carriera, ha condotto nel 1999 Portami al mare fammi sognare con Laura Freddi. Nel 2000 era al timone di Una Canzone per te insieme a Federica Panicucci, e nel 2001 è tornato a condurre nuovamente la quinta edizione di Furore, poi definitivamente affossato dalla co-conduzione di Daniele Bossari e Giacomo Valenti. Nel 2005, dopo un periodo di pausa professionale, ha partecipato come concorrente al reality show La Talpa assieme alla compagna Beatrice Bocci, showgirl. Si segnala, infine, una saltuaria presenza nel cast della Buona Domenica di Costanzo, che lo ha visto ben presto dare forfait, sempre per mancanza di spazio. Ecco, all’indomani di questo tracollo, che fine ha fatto:
“Sì, qualche ospitata, telepromozioni, convention, manifestazioni come intrattenitore… Sono stato sotto contratto Rai sino al Duemiladue, in Mediaset, dopo La Talpa, mi hanno fatto un’esclusiva di 15 mesi, ma è passata anche quella… Non ho mai pensato di cambiare registro: mi sono arrivate proposte di film, di fiction, ma a me questa idea del conduttore che recita, dell’attore che conduce mi sembra un gran calderone senza qualità… Io fin da ragazzino volevo fare il presentatore, è la mia cifra naturale, il mio modo d’essere artistico. Lo so fare, penso di averlo dimostrato, e senza falsa modestia credo di saperlo fare bene. Quindi aspetto fiducioso”.
Il critico Aldo Grasso, ai tempi di Furore, lo definì “un cronometro, precisione senz’anima. Sbaglia pochissimo, ma manca di anima. La massima intensità dei rapporti con gli ospiti coincide con il massimo distacco”. Greco risponde oggi all’accusa, affermando che l’impassibilità – in quel caso – era l’unico modo per dominare un contesto al di sopra delle righe, in grado di degenerare in qualsiasi momento:
“E’ che in tv ci sono poche idee, si sfrutta quello che si ha, non si vuole rischiare, spesso c’è gente che non si capisce perché stia lì, c’è l’ossessione dell’auditel… Io so quello che so fare. Mi viene il dubbio che siano gli altri a non avere le idee chiare… Poi me lo faccio passare, perché vivo in provincia, non sono presuntuoso e credo nel merito. Mi impegno, studio, propongo, mi rendo disponibile. Male che vada, farò l’enologo e il sommelier. Anche presentare i vini è un’arte”.
Non sarà che ci siamo tutti sbagliati sul suo conto, dando ancora una volta tutto per scontato? A rimetterci, col senno di poi, è stata un’altra vittima della facile equazione conduttore posato=soporifero. Però anche lui, per mostrarsi coerente e dignitoso fino in fondo, poteva risparmiarci di fare il lacché di Paola Perego…