Home Notizie Giorgio Colangeli a Blogo: “Lunga serialità rischiosa per pubblico e attore” (VIDEO)

Giorgio Colangeli a Blogo: “Lunga serialità rischiosa per pubblico e attore” (VIDEO)

La video intervista di Blogo a Giorgio Colangeli, tra i protagonisti di Ragion di Stato, miniserie di Raiuno

pubblicato 9 Gennaio 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 20:02

C’è anche Giorgio Colangeli nel cast di Ragion di Stato, la miniserie di Raiuno in onda lunedì 12 e martedì 13 gennaio 2015. Blogo ha chiesto all’attore che interpreta il ruolo di Massa, il capo dei Servizi Segreti militari dell’Aise, di raccontare non soltanto il suo personaggio, vero servitore dello Stato, ma anche le eventuali difficoltà riscontrate durante le riprese, in Italia e in Tunisia:

È stato piuttosto pesante. Le due puntate hanno una densità narrativa critica. Succedono un sacco di cose, c’è un trama – omaggio al genere – è piuttosto complessa. Pontecorvo non ha voluto rinunciare – ed è stata la sua carta vincente – a nulla per arrivare ad un livello di eccellenza della confezione, dell’interpretazione degli attori, della fotografia. Non ci sono stati problemi specifici, ma è stata un’esperienza di lavoro molto faticosa. E di grande soddisfazione.

    Ragion di Stato | Video intervista Luca Argentero
    Ragion di Stato | Video intervista Anna Foglietta

A Colangeli abbiamo anche chiesto un parere sulla condizione della fiction italiana, dall’alto della sua esperienza (ha recitato in, tra le tante, Liberi di giocare, Rino Gaetano – Ma il cielo è sempre più blu, Fidati di me, I liceali, Il mostro di Firenze, Il delitto di Via Poma, Il tredicesimo apostolo – La rivelazione, Braccialetti rossi e Non è mai troppo tardi):

Io ne faccio, non tantissima, ma cerco di fare le miniserie. Le lunghe serialità sono rischiose per il telespettatore e per l’attore, perché ci si siede tutti quanti, ci si affida all’abitudine, all’assuefazione. Qualunque attore se entra a casa tua ogni settimana per quattro anni diventa bravo. Per forza! Ho sempre evitato le lunghe serialità. Vedo pochissima fiction, quasi nulla. Certe volte neanche quelle che faccio. Quindi sullo stato dell’arte non saprei che dire. Però, facendola, sento che lentamente sta migliorando la qualità. Perché c’è una migrazione di attori, che prima facevano solo cinema, verso la fiction. Questo comporta l’innalzamento media della qualità del prodotto, anche se i limiti della fiction sono progettuali. A partire dalla scrittura.

In apertura di post trovate la video intervista integrale, realizzata poco prima dell’inizio della conferenza stampa di presentazione di Ragion di Stato.