Michele Santoro regista della docufiction Rai Processo all’Olocausto
Il giornalista si occuperà dell’incandescente caso che vide contrapposti il negazionista e neonazista Irving contro la storica Lipstadt.
E Michele Santoro tornò in Rai per fare le fantomatiche docufiction. Ricordate, la trattativa del 2010, tra l’ex Dg Rai Masi e il giornalista per la conclusione anticipata del suo contratto, che prevedeva l’uscita di quest’ultimo dagli organici della Rai, una buonuscita da 2.5 mln di euro e altri 7.5 milioni per la realizzazione di alcune docu-fiction? Il tutto con il vincolo all’esclusiva e, quindi, il divieto di lavorare in altre reti televisive.
La nuova Rai Gubitosi – Tarantola, stando a un articolo di Paolo Conti uscito sul Corriere di oggi, avrebbe deciso di tornare a puntare sulla garanzia del marchio Santoro, valutando una sceneggiatura che porta la sua firma, per la prima volta, come regista.
Il conduttore di Servizio pubblico, in arrivo su La7 giovedì 25 ottobre, inizierebbe a lavorarci in primavera, a impegno televisivo concluso. Il titolo della docu-fiction, già sulla scrivania del produttore Sandro Parenzo, è Processo all’Olocausto.
Santoro ha scelto di ricostruire il processo Irving contro Lipstadt tenutosi a Londra nel 2000: il primo, saggista britannico noto per aver scritto La guerra di Hitler, si sentì diffamato dalla storica americana, che lo aveva definito nel suo saggio “Denying the Holocaust” uno dei più pericolosi portavoce del negazionismo.
La Lipstadt si trovò così a sostenere, con l’appoggio del suo editore, la verità storica sull’atrocità della Shoah e il progetto si concluse col rigetto della causa di Irving, definito nella sentenza finale della Corte “attivo negatore dell’Olocausto, antisemita, razzista, associato con gli estremisti di destra che promuovono il neonazismo”.
Irving venne poi arrestato in Austria nel 2005, riconosciuto colpevole nel 2006 di aver “glorificato ed essersi identificato col partito nazista tedesco”.
L’argomento è tanto spinoso quanto ambizioso e Santoro promette di raccontarlo con una nuova tecnica narrativa, alternando racconto storico e parti di fiction interpretate da attori.
In questi mesi bisognerà scegliere gli interpreti, accorpare il repertorio storico e concludere l’accordo con la Rai. Si parla già di un secondo capitolo a cui Santoro potrebbe in seguito lavorare, compatibilmente con i suoi impegni di conduttore.