Mosquito, prove da giornalista per Silvia Toffanin
Secondo il senso comune del telespettatore medio Silvia Toffanin è l’ex-letterina che un bel giorno è diventata giornalista (passando per una laurea in lingue con tesi in storia della televisione discussa con Aldo Grasso) e ora conduce con successo Verissimo. In più, il suo nome è inevitabilmente associato a quello dell’insigne compagno PierSilvio Berlusconi, ma
Secondo il senso comune del telespettatore medio Silvia Toffanin è l’ex-letterina che un bel giorno è diventata giornalista (passando per una laurea in lingue con tesi in storia della televisione discussa con Aldo Grasso) e ora conduce con successo Verissimo.
In più, il suo nome è inevitabilmente associato a quello dell’insigne compagno PierSilvio Berlusconi, ma questa è un’altra storia che non staremo qui a raccontare.
Quel che in pochi ricorderanno – e che solo a un telemaniaco verrebbe in mente di riesumare – è la pratica di giornalismo fatta dalla Toffanin in casa Mediaset… direttamente davanti all’obiettivo.
Le sue prime prove di conduzione alle prese con l’attualità e la comunicazione risalgono al magazine Mosquito, datato 2001-2002.
Dopo le esperienze pionieristiche di !Fuego! (che bei tempi) e Fluido (già lo rimpiangiamo meno), Mosquito è partito su Italia1, ogni sabato alle 17.40, con una particolarità: la fonte delle notizie e delle inchieste era affidata a una mini redazione di ragazzi under 25 e a un nutrito gruppo di inviati regionali.
L’obiettivo era quello di offrire il punto di vista dei giovani della provincia italiana, catapultata sui circuiti nazionali grazie all’apporto di servizi di nuova generazione realizzati con telecamerine digitali.
Se la prima edizione del programma fu condotta da Gaia Bermani Amaral, ad approdare al timone della seconda, in onda dal 2 febbraio al 24 marzo 2002, fu proprio la Toffanin (non senza infelici malelingue riguardo a una sostituzione pilotata).
Il nuovo Mosquito aveva la particolarità di abbandonare studio e pubblico per trasferirsi on the road. In giro per Roma la stessa Toffanin soddisfava curiosità sui servizi e sugli ospiti della puntata, dedicata a un tema specifico analizzato da diverse angolature.
Peccato che il programma sia stato un sonoro flop e sia servito più alla Toffanin come reality-stage che al pubblico. Nonostante ciò, alla luce di una veste televisiva sempre più determinata e sicura di sé, sarebbe interessante recuperarne qualche frammento.
[Fonte Dizionario della Televisione]