Ora è davvero la fine… di Vivere
Il rischio che Canale 5 rinunciasse a Vivere era nell’aria da un po’. I fan più entusiasti, tra cui si è orgogliosamente annoverato il sottoscritto, sapevano in cuor loro che il restyling annunciato qualche mese fa fosse un tentativo disperato di far parlare della soap. Un prodotto che, relegato nel mezzogiorno di Canale 5 e
Il rischio che Canale 5 rinunciasse a Vivere era nell’aria da un po’. I fan più entusiasti, tra cui si è orgogliosamente annoverato il sottoscritto, sapevano in cuor loro che il restyling annunciato qualche mese fa fosse un tentativo disperato di far parlare della soap. Un prodotto che, relegato nel mezzogiorno di Canale 5 e infastidito dalla concorrenza in casa di Forum, sembrava essere stato dimenticato.
Peccato che, quel che era solo un remoto presagio, sembra essere diventato realtà.
Come è accaduto per Incantesimo – che invece pare aver scongiurato la debacle – la decisione di Mediaset di chiudere la storica soap di Canale 5 si ripercuoterà su oltre 200 persone (indotto compreso) di Vivere che da fine novembre si ritroveranno senza lavoro.
Secondo una nota di agenzia Ansa, la decisione dell’azienda di Cologno è stata comunicata a tutta la produzione e a tutta la troupe della soap, riuniti negli studi di Telecittà, a San Giusto Canavese, in provincia di Torino, questa mattina alle 10.30, e, in segno di protesta, tutti i lavoratori hanno deciso di sospendere le riprese. E sono stati loro stessi a dare notizia alla stampa con un comunicato firmato ‘i lavoratori di Vivere’.
Personalmente, penso che a farci passare la voglia di Vivere siano stati gli sceneggiatori, prima deturpando la storia con l’ingresso di personaggi forzati e trame stridenti con l’identità della soap, poi dando il colpo di grazia all’appeal con cambiamenti talmente radicali da risultare fallimentari.
Dal 3 settembre doveva essere tutto un altro Vivere e invece è stato un po’ come morire, visto che a distanza di un anno da dove eravamo rimasti, sino ad appena pochi giorni prima, il telespettatore ha perso completamente l’orientamento trovando alcuni caratteri regrediti, altri snaturati e nuovi personaggi ancora una volta caricati sino all’eccesso.
L’aria di necrologio che si respira adesso è ancora una volta colpa di strategie aziendali sbagliate, oltre che di una scrittura che ha rasentato la follia.
Nella presunta promozione estiva alle 14,45, la collocazione originaria in cui Vivere splendeva davvero, la soap ha raggiunto ottimi risultati con una media di oltre 2 milioni di telespettatori (2.086.000) e quasi il 20% di share (19.65%).
Dal 3 settembre un ulteriore cambiamento ha riportato Vivere nella fascia oraria originaria, quella delle 12.30, particolarmente problematica per la rete e penalizzante per la soap, con ascolti scesi al 15%.
Se l’è voluta Canale 5, mandando allo sbaraglio un prodotto che ripartiva da zero in un periodo ancora estivo e foriero di larga attenzione mediatica.
Per evitare una sconfitta che ancora una volta mina la creatività italiana (Vivere era uno dei pochi prodotti di produzione nostrana a sopravvivere in un daytime da tv locale), sarebbe bastato dare meno visibilità a prodotti di importazione come 5 Stelle e puntare su Vivere dopo Uomini e Donne, approfittando dell’ottima audience estiva.
Ora che hanno pensato che anche Vivere non abbia più senso, dovremmo iniziare tutti a riflettere su quanto la tv ami autodistruggersi e rovinarsi con le proprie stesse mani. Per puro business.