La nuova RaiSat targata Freccero
Carlo Freccero, l’indimenticato direttore di Raidue, ha aperto “un nuovo file della sua sua vita” e dice di divertirsi moltissimo. Dopo cinque anni di esilio televisivo, “per colpa del berlusconismo ma non solo”, è stato eletto presidente di Raisat per rivoluzionare i canali satellitari targati Rai. C’è chi pensa sia un contentino in confronto alla
Carlo Freccero, l’indimenticato direttore di Raidue, ha aperto “un nuovo file della sua sua vita” e dice di divertirsi moltissimo.
Dopo cinque anni di esilio televisivo, “per colpa del berlusconismo ma non solo”, è stato eletto presidente di Raisat per rivoluzionare i canali satellitari targati Rai.
C’è chi pensa sia un contentino in confronto alla sua carriera (ha costruito i palinsesti della tv commerciale, da Canale5 a Italia1 passando per laCinqu, ha lasciato l’impronta a France2 e France3, fino dulcis in fundo a dirigere con ottimi risultati Raidue dal 1996 al 2002).
Il diretto interessato non nega un leggero malcontento in un’interessante intervista rilasciata a Repubblica:
“Ho qualche risentimento. Con il mio curriculum pensavo di meritare RaUno (ma lì vanno i sagrestani del potere) o RaiCinema: il cinema è il riferimento primario di chi fa tv. RaiSat come porta di servizio? Loro pensano che così non sporco il video. Invece anche qui si può fare molto. Ho trovato gente in gamba, dei precari bravissimi”.
Il direttore tutto genio e sregolatezza – così lo definisce il giornalista Leandro Palestini – punta a ‘ruminare’ il meglio delle generaliste:
“Tutte. A Confalonieri ho chiesto di avere, su Premium, alcune fiction di Mediaset. Amalgamiamo la nostra offerta al bouquet di Murdoch. Entriamo davvero nella grande famiglia Sky. Il budget è basso ma non mi deprimo: sto vendendo alla grande gli spazi pubblicitari”.
Freccero rivela di curare molto l’aspetto manageriale e che questo insegnamento gliel’ha impartito il Berlusconi televisivo. Visto che nel suo piccolo anche RaiSat produrrà qualcosa, ha deciso di dar sfogo alla sua creatività con una serie all’italiana sulla falsariga di Boris: una sorta di commedia sulla vita della politica italiana in dodici puntate, di mezz’ora ciascuna.
“Oggi la satira passa ancor meglio con la fiction, ma la mia serie non avrà i toni dell’amico Beppe Grillo, che segnala il corto circuito del pensiero unico”.
Più nello specifico, Premium sarà il canale del racconto italiano, con offerte di fiction nazionale e finestre sul cinema italiano. La grande novità vedrà, insieme ai tv movie di Lino Banfi, alcuni aneddoti raccontati dalla viva voce dell’attore. Luca Ward ha regalato la sua voce per lo spot su Montalbano e Camilleri parlerà del rapporto tra tv e letteratura.
Raisat Extra, invece, sarà la rete della realtà, dei talk, delle inchieste, del neo-varietà, in cui riconfezionare come già avviene i successi Rai, da Che tempo che fa a Ballarò. A Santoro è stata chiesta un’edizione rimontata, più larga, di Anno Zero, in cui dar spazio a ciò che non entra nelle sue inchieste.
Quanto a RaiSat Cinema, non potendo competere con Sky Cinema, verrà completamente rivoluzionata, con un focus sui titoli di maggior richiamo, i pomeriggi dedicati al noir, le notti alle “passioni” dei cinefili.
Di sera andrà in onda il cinema classico americano, in seconda serata i cicli: Bergman, l’horror, l’erotismo francese.
Per il Festival di Torino e la Festa di Roma verranno realizzati dei talk show quotidiani di 50 minuti, sul modello di 8 e mezzo di Ferrara: il cinema come pretesto per parlare della realtà.
Che finalmente RaiSat acquisisca un’anima e una più consolidata identità? Con un ideatore vulcanico come Freccero c’è solo da ben sperare.