Disney Channel alla deriva (per colpa di Hanna Montana & Co)
C’è chi accusa la televisione generalista di inculcare falsi miti e modelli negativi nelle nuove generazioni, costretti a confrontarsi quotidianamente con una serie di fenomeni costruiti a tavolino. Eppure, da qualche tempo a questa parte, con quel pizzico di maturità di chi ha superato da poco la tenera età ma ha anche il fresco ricordo
C’è chi accusa la televisione generalista di inculcare falsi miti e modelli negativi nelle nuove generazioni, costretti a confrontarsi quotidianamente con una serie di fenomeni costruiti a tavolino.
Eppure, da qualche tempo a questa parte, con quel pizzico di maturità di chi ha superato da poco la tenera età ma ha anche il fresco ricordo di quegli anni, mi sintonizzo frequentemente su Disney Channel.
La rete che tutti i vip dichiarano di far vedere ai propri figli, convinti di lasciarli in buone mani.
Ma sono proprio sicuri di fare la cosa giusta?
Ricordo che quando mi sono abbonato a Sky Disney Channel era un altro pianeta. Cartoni di Topolino a go go, sequel di grandi film di animazione e programmi artigianali condotti da ragazzi acqua e sapone, come Massimiliano Ossini – ora conduttore di Linea Verde – e Renato Sannio ex Amici.
Tutt’al più potevi imbatterti nella conduttrice ricciolona coi capelli rossi che faceva incontrare al bambino di turno il proprio idolo, ma senza troppi fronzoli.
Ora i contenitori autoprodotti sono spariti e si ricorre per larga parte all’importazione di telefilm e serie tv a sfondo talent.
Insomma, è il trionfo del piccolo divismo. Basta guardare gli ammiccanti bumper trasmessi con frequenza martellante e avere una età inferiore ai 18 per venir plagiati dalla successo-mania.
A parte il fenomeno High school musical, che preso individualmente può anche lanciare dei messaggi positivi ma sta andando incontro alla deriva sensazionalistica dei suoi protagonisti, nel palinsesto della rete è un tripudio di aspiranti popstar, piccole veline smaliziate e sbarbatelli pronti a tutto pur di diventare famosi.
E’ una campagna subliminale, quella propagandata tutti i santi giorni da Disney Channel, che con l’alibi della bontà del marchio sta costruendo un vero e proprio business sui sogni di gloria dei ragazzini.
Se in più ci aggiungete che Quelli dell’intervallo, unico format nostrano di questo tipo esportato all’estero, punta sull’equazione scuola=cazzeggio, con il trionfo di belle e bulli e lo sfottò a ciccioni e secchioni, il sottoscritto continua a credere che ci sia qualcosa che non va.
E che, vista la soglia di attenzione generale molto bassa, rischia di essere più lesiva e fuorviante di un qualsiasi prodotto per adulti, magari ambientato nella vita reale e non su un palcoscenico.
Guardate prima il video della vincitrice del concorso Hanna Montana, peraltro in arrivo su Italia1 lunedì 24 settembre, poi il provino inviato da una scatenata telespettatrice, per capire a cosa mi riferisco.