Ciao Darwin: vecchia formula, stesso divertimento
Sembra di essere tornati indietro di qualche anno in questo Ciao Darwin. I capelli di Paolo Bonolis non sono più gli stessi, questo è vero, ma il programma non è cambiato, almeno in questa prima ora. La sigla storica (“Matti“) fa da apripista; le squadre, stasera rappresentanti le categorie “Buoni” e “Cattivi”, dopo una piccola
Sembra di essere tornati indietro di qualche anno in questo Ciao Darwin.
I capelli di Paolo Bonolis non sono più gli stessi, questo è vero, ma il programma non è cambiato, almeno in questa prima ora. La sigla storica (“Matti“) fa da apripista; le squadre, stasera rappresentanti le categorie “Buoni” e “Cattivi”, dopo una piccola presentazione si sottopongono al giudizio del pubblico con la solita prova di canto; ci sono ancora i soliti “fessacchiotti” scelti casualmente – sì, come no -per le prove di intuito; ci sono il sudore di Bonolis, i siparietti di Luca Laurenti e una bellissima Madre Natura, oltre alle immancabili prove di coraggio.
Unica novità, il cosiddetto Beagle, un’arca-casa dove alcuni esponenti di 16 diverse categorie – uno peggio dell’altro – convivono in stile reality e si collegano con lo studio per dare una mano in alcune prove.
Chi ha amato Ciao Darwin non può che essere soddisfatto del mantenimento della vecchia formula e dei pochi stravolgimenti (che d’altra parte avrebbero snaturato il programma).
Bravo fino ad ora Bonolis, ma un complimento va anche a Roberto Cenci che ha avuto l’ingrato compito di ereditare il ruolo che appartenne per anni a Beppe Recchia, giustamente ricordato senza retorica ad inizio trasmissione.
Voto positivo quindi per Ciao Darwin, che ha pure riesumato Samantha Fox e mi ha fatto tornare bambina. Spero di non cambiare idea prima della fine del programma…
Update: no, la continuazione non mi ha deluso affatto. Bonolis non ha voluto strafare, risultando simpatico e divertente al punto giusto. Le incursioni di Laurenti, a volte pericolosamente eccessive, sono state ridotte ad un numero esiguo, risultando piacevoli. Buon ritmo, ottimo equilibrio tra momenti ironici e “rilassanti”. Il rischio che a distanza di anni Ciao Darwin risultasse sorpassato, è stato definitivamente messo da parte.