E’ morto Luciano Pavarotti
Era da tempo malato per un tumore al pancreas e ci ha lasciati. Luciano Pavarotti ha lasciato nello sgomento tutto il mondo che ama la lirica e non: era un artista con la A maiuscola, un grande orgoglio italiano e ora non c’è più.Questo 2007 sembra davvero l’anno delle scomparse dei personaggi celebri, da Ingmar
Era da tempo malato per un tumore al pancreas e ci ha lasciati. Luciano Pavarotti ha lasciato nello sgomento tutto il mondo che ama la lirica e non: era un artista con la A maiuscola, un grande orgoglio italiano e ora non c’è più.
Questo 2007 sembra davvero l’anno delle scomparse dei personaggi celebri, da Ingmar Bergman a Luigi Comencini, a Michelangelo Antonioni, ieri Gigi Sabani e ora Luciano Pavarotti. Big Luciano da alcuni mesi aveva lasciato le scene a causa di un male incurabile ma le condizioni si sono aggravate ieri sera nella sua casa di Modena; era stato operato lo scorso anno e ancora l’8 agosto di quest’anno aveva avuto un peggioramento accusando difficoltà respiratorie e febbre.
La sua morte lascia nello sgomento tutto il mondo: da stamattina alle 5 sono migliaia i telegrammi che stanno giungendo alla famiglia da ogni parte del pianeta: a dimostrare della stima che Big Luciano nutriva nei confronti di tutti, anche di chi non era espressamente un melomane.
Certo se fossimo pignoli dovremmo dire che Luciano Pavarotti non è proprio un personaggio televisivo e quindi un post nel nostro blog sembrerebbe fuori luogo ma riteniamo che lo fosse diventato sia per gli innumerevoli successi ottenuti di cui ogni telegiornale e ogni varietà non mancava di elogiare il talento e la professionalità del grande tenore, sia per la realizzazione per esempio del celebre Pavarotti & Friends, trasmesso per parecchi anni con ascolti molto alti su Raiuno.
Luciano Pavarotti è morto all’età di 71 anni nella sua villa vicino a Modena. L’annuncio è stato dato dal suo manager. Ripercorriamo sinteticamente, grazie alla sempre informatissima Wikipedia, la sua lunga e folgorante carriera.
Luciano Pavarotti nasce a Modena, dove suo padre, Fernando, ricopre un ruolo di cantante amatoriale nella “Corale Gioachino Rossini“. Fernando Pavarotti, la cui professione era di fornaio nell’esercito, trasmette immediatamente al figlio la sua profonda passione per la lirica e l’opera, trovando nel giovane altrettanto interesse. Pavarotti infatti non tarda a mostrare alla propria famiglia l’amore appena sbocciato per il canto, cominciando ad esibirsi in casa propria in giocose imitazioni dei grandi artisti di cui è venuto a conoscenza rovistando tra la collezione discografica del padre e definendosi un “tenorino”.
Nonostante ciò, il giovane Pavarotti decide di non intraprendere fin da subito una carriera musicale vera e propria, evitando così il conservatorio. Per un lungo periodo invece dedicherà i suoi studi all’insegnamento, per diventare un maestro di educazione fisica e insegnerà alle elementari per due anni, dopo essersi iscritto nell’istituto magistrale di Modena (la stessa scuola che frequentò Francesco Guccini).
Pavarotti a fine anni ’60 pur proseguendo la sua carriera nell’insegnamento, non abbandona gli studi di canto con il tenore Arrigo Pola (di cui manterrà canoni e principi nella sua futura carriera) e alla partenza di quello per il giappone tre anni dopo, proseguirà la sua preparazione con il maestro Ettore Campogalliani, con il quale perfezionerà la sua tecnica del fraseggio e della concentrazione. Per sua stessa ammissione, i due resteranno per sempre i suoi unici e onorati maestri.
Negli anni successivi, entrato a pieno regime nel mondo della lirica e sempre continuando i suoi studi canori, il giovane tenore ottiene un primo successo musicale in una delle sue esibizioni con il padre in Galles, nel corso del festival di Llangollen dove si aggiudica il primo premio.
Nel corso del 1961 otterrà però la sua consacrazione personale; risale infatti al 29 aprile il debutto ufficiale di Pavarotti, quando calcherà per la prima volta le scene del Teatro dell’Opera di Reggio Emilia, interpretando Rodolfo ne La Bohème di Giacomo Puccini, diretta da Francesco Molinari Pradelli.
Per stessa ammissione del tenore l’opera di Puccini rimane quella più rappresentativa del suo repertorio, tanto che Rodolfo diverrà nel corso della sua carriera un vero e proprio alter-ego sul palco. Al 1961 risale anche il primo riconoscimento personale nel concorso internazionale Achille Peri e il matrimonio con Adua Veroni, con cui era fidanzato da 8 anni.
Mentre la messa in scena de La Bohème viene riproposta in diverse città d’Italia e ha addirittura alcune richieste all’estero, Pavarotti interpreta il ruolo del Duca di Mantova nel Rigoletto, a Carpi, a Brescia e al Teatro Massimo di Palermo, dove, sotto la direzione del maestro Tullio Serafin, ottiene un enorme successo e consacra la sua figura di tenore in tutta Italia.
Consolidata ormai la sua fama nel paese natio, il passo successivo è l’avvicinamento alle nazioni estere, poichè, nonostante qualche richiesta nei primi anni ’60, il tenore fuori dall’Italia è ancora poco conosciuto e difficilmente riceve menzioni o elogi da critici. La svolta arriva di nuovo con La Bohème, che gli permette di mostrarsi al pubblico Inglese. Pavarotti infatti viene richiesto per delle repliche dell’opera Pucciniana alla Royal Opera House di Covent Garden, a Londra, prima dell’arrivo del noto tenore Giuseppe Di Stefano, ma a causa di un’improvvisa malattia del tenore siciliano è costretto a sostituirlo. Lo rimpiazzerà in teatro e al Sunday Night at the Palladium, un noto spettacolo televisivo inglese seguito da più di 15 milioni di telespettatori, il mezzo perfetto per affermarsi nella scena mondiale.
Il debutto negli Stati Uniti non tarda ad arrivare ed è del febbraio 1965, a Miami, con Joan Sutherland, nella Lucia di Lammermoor.
Il vero e proprio exploit arriva il 17 febbraio 1972, al Metropolitan Opera di New York, dove in occasione dell’esecuzione dell’opera di Gaetano Donizetti, La Fille du Regiment, manda in visibilio il pubblico con nove Do di petto eseguiti in maniera sciolta e naturale nell’aria introduttiva. È suo il record di 17 chiamate ed ovazioni al sipario.
Il nome di Pavarotti è diventato noto al grande pubblico grazie alle frequenti esecuzioni riprese dalla televisione, come nel ruolo di Rodolfo ripreso dal vivo in televisione dal Met nel marzo 1977, che ha raccolto le percentuali di audience più alte per un’opera teletrasmessa. All’artista sono andati diversi Grammys e dischi di platino e d’oro, come riconoscimento.
Negli anni ’90, Pavarotti ha curato molto i concerti all’aperto, che si sono rivelati invariabilmente come dei grandi successi. Il concerto in Hyde Park a Londra è stato il primo concerto nella storia del parco caratterizzato dalla musica classica, attirando la presenza di oltre 150.000 persone. Nel giugno 1993, in più di 500.000 si sono radunati per ascoltarlo a Central Park (New York), mentre in milioni seguivano lo spettacolo alla televisione. A settembre dello stesso anno, all’ombra della Torre Eiffel a Parigi, ha cantato davanti a circa 300.000 persone.
Tra i più famosi, i concerti tenuti dai “Tre Tenori” con Plácido Domingo (in precedenza suo rivale) e José Carreras. Le registrazioni e i video di questi concerti hanno superato le vendite di Elvis Presley e dei Rolling Stones. Ha ricevuto i Kennedy Center Honors nel 2001.
Epica fu la loro esibizione durante i mondiali statunitensi, a Los Angeles, il 17 Luglio 1994. Si esibirono davanti a Frank Sinatra e Gene Kelly, omaggiandoli con My Way e Singing in the rain.
Dal 1992 al 2003 ha tenuto, a Modena, dei concerti a cadenza quasi annuale a scopo benefico. Tali concerti si chiamavano Pavarotti & friends e riunivano sul palco i migliori artisti della scena musicale pop italiana ed internazionale che si cimentavano in duetti con il tenore.
Pavarotti, che aveva avuto tre figlie dalla prima moglie Adua, recentemente ha sposato la sua segretaria, Nicoletta Mantovani, dalla quale ha avuto una figlia, Alice.
Tra le numerose amicizie di Luciano Pavarotti, la Principessa Diana: insieme la raccolta di fondi per la lotta per l’eliminazione delle mine antiuomo. Invitato a cantare in occasione della cerimonia funebre della principessa, tragicamente scomparsa a Parigi il 31 agosto 1997, ma egli declinò l’invito, dal momento che riteneva che non avrebbe avuto la possibilità di cantare bene “col dolore in gola”.
Nel 2004, in occasione dell’addio ufficiale alle scene, al Met dove recitava la “Tosca” ha ricevuto molte ovazioni e all’Associated Press che chiedeva notizie e conferme sul suo ritiro ha risposto lapidariamente “Penso che sia l’ora”.
In via del tutto eccezionale ha cantato per la cerimonia di inaugurazione dei giochi olimpici invernali di Torino 2006.
Nel luglio 2006 è stato operato d’urgenza in un ospedale di New York per l’asportazione di un tumore maligno al pancreas. Nel 2007 si era stabilito nella sua villa in provincia di Modena, in cui cercava di condurre la sua lotta personale contro il cancro. Alcune affermazioni di quel periodo sembravano essere orientate verso un futuro positivo, ma una delle sue figlie rilasciò un’intervista a un settimanale affermando che il padre si stava ormai preparando all’ineluttabile decorso della malattia. Nell’agosto 2007 ha avuto un poeggioramento ed è stato ricoverato l’8 agosto , per un’infezione polmonare, con difficoltà respiratorie e febbre alta.Dopo questa degenza, che si era prolungata più del previsto, è ritornato a casa il 25 agosto. Il 4 settembre il ministro della Cultura, Francesco Rutelli, aveva assegnato a Pavarotti il Premio per L’Eccellenza nella Cultura e aveva ricordato così la sua battaglia conto la malattia “combattuta con la stessa determinazione con cui si è affermato nel mondo in una carriera formidabile”.Il premio è alla prima assegnazione e sarà destinato a dare riconoscimento alle massime personalità che si affermino nella cultura italiana. Si è spento stamani 6 settembre 2007 alle ore 5.
Luciano Pavarotti: un artista, un tenore, un uomo italiano che verrà ricordato in tutto il mondo anche negli anni a venire. Una carriera costellata di successi, di scandali anche sentimentali, di polemiche e di grande spettacolo.
Lo ricorderemo tutti come il più grande tenore degli ultimi anni. Addio Big Luciano!