PIF a Giffoni 2014: “Io, una ‘Belen al maschile’ (ma lo showbiz è meritocratico)”
Oggi il ‘Testimone’ di MTV ha incontrato i giurati del Giffoni Experience (ma senza telecamerina).
“Il successo non mi ha cambiato… cambia un poco perché ti rendi conto che prima non ti ‘cac@va’ nessuno e ora invece sto attento a togliermi la forfora di dosso” dice PIF ai giurati facendosi da solo il verso e giocando con quanto fatto sul photocall (e che potete vedere nel video in alto). La notorietà ha quantomeno i suoi svantaggi, considerato che se un tempo al cospetto della sua telecamerina ‘informale’ la gente era più disposta ad aprirsi e che ora, invece, è ‘preceduto’ dalla sua fama, tanto che a Giffoni confessa di sentirsi un po’ come Richard Gere – il 22 al Festival – e arriva senza telecamera. In compenso si porta via un Gryphon Award che potrà sistemare accanto ai suoi David di Donatello e ai Nastri d’Argento.
Lui che non ha mai avuto dubbi su quel che avrebbe voluto fare nella vita (è cresciuto con una telecamera in mano, visto che il padre aveva una società di videoproduzione) non ha grandi consigli per chi vuol fare questo mestiere, ma ha una ‘certezza’:
“Il periodo in Italia è molto difficile, è sempre stato molto difficile, ma mi viene da dire che il mondo dello spettacolo è molto meritocratico, perché puoi essere spinto una volta, due, ma poi se non funzioni non funzioni”.
Per adesso però si parla del secondo film e ‘promette’ quasi di venire a presentarlo a Giffoni (“Ora comincio a lavorare al secondo film e a proposito invitatemi l’anno prossimo a presentarlo: aprirò sempre io il Giffoni” dice al vicedirettore Manlio Castagna al suo fianco sul palco): la sua paura, però, è quella di perdere un po’ il ‘tocco magico’ della spontaneità della prima volta. “I presupposti per montarsi la testa ci sono tutti” dice Pierfrancesco. Ai posteri l’ardua sentenza.
PIF a Giffoni 2014: il ‘Testimone’ incontra le giurie
17.42 E l’incontro finisce qui. Il ragazzi si sono divertiti. Lui mi sa che ha sudato un po’. Lo rivedremo l’anno prossimo qui per presentare la sua seconda opera. Almeno così ha detto.
17.39 Una giurata croata gli domanda quale sia stata la sua scena preferita e lui risponde, ovviamente, “Il Parto. Penso sia stata girata molto bene” scherzando. Ma per settimane la scena che non l’ha fatto dormire è stato il mix della scena reale dei funerali di Dalla Chiesa e di quelle girate: “Pensavo non venisse bene…” e invece.
17.36 Un giurato manifesta il suo sconcerto per la scena del parto (“Credimi è così, può essere cruento, magari era rimasto alle cicogne…”) e poi si/gli domanda: “Quanto tv e sport distraggono o quanto aiutano a capire la mafia” domanda un ragazzo. “Mi aspettavano che mi domandassero com’era stato baciare la Capotondi…” dice PiF che poi risponde: “Noi dobbiamo sì pensare alla Mafia ma anche andare a mare, altrimenti hanno vinto loro”.
17.31 Io non andavo bene a scuola, lo ammetto: diciamo che la mia scuola, la mia fortuna era quella di avere mio padre che aveva una società di produzione. Non mi sono mai domandato cosa avrei fatto nella vita: da cameraman a regista di successo, il che vi da la dimensione del crollo del cinema italiano. Cosa consigliare a un ragazzo? Diciamo che il periodo in Italia è molto difficile, è sempre stato molto difficile, ma mi viene da dire che il mondo dello spettacolo è molto meritocratico, perché puoi essere spinto una volta, due, ma poi se non funzioni non funzioni.
17.27 “Il mio film di riferimento era Forrest Gump. Tutti mi dicono “La vita è bella”, che è anche vero, in parte, ma la storia del film è nata perché trasferendomi a Milano e chiedendomi tutti della Mafia ho capito che molti italiani hanno ancora l’immagine di Riina, con il fucile e la coppola, non quelli della ‘Mafia bene’, alla Bontade. Informandomi e leggendo ho quindi pensato di fare un film: quale fosse l’intenzione non lo so, l’ho fatto, Nel secondo film spero di mantenere questa naturalezza, di non farmi troppe ‘pippe’, di essere il più spontaneo possibile senza pensare al resto… io ho capito perché ho fatto questo film durante la promozione, pensandoci su.
17.26 “Io ogni volta che ho visto le foto di Giffoni ho pensato che sia un posto incredibile: una realtà incredibile, come Hollywood. E io mi sono sentito talmente Richard Gere che il vero Gere non verrà più ormai. Anzi direi che chiedo anche i soldi che ha chiesto lui”. Peccato che Giffoni non paghi gli ospiti, ci mancherebbe.
17.25 “Il film è uscito a novembre ma ormai mi sembra che siano passati due anni visto tutto quello che è successo nel frattempo. Se mi chiedete però quale è stata la ‘sfida’ nella regia… io andavo in paranoia per i dettagli”.
17.22 Il successo ti ha fatto più ricco e più snob? “Io penso che il successo non mi abbia cambiato. Diciamo che mi rendo conto che prima non mi cac@va nessuno e oggi invece penso a togliermi la forfora dalle spalle o a stirare una camicia. Diciamo che anche per la televisione non aiuta. Sono un Belen al maschile, nel senso che prima mi vedevano arrivare con la telecamerina e la gente era più disposta ad aprirsi. Ora diciamo che sono un po’ più Belen… Vabbè, magari, perché sarei ricco…”.
17.18 “I miei genitori hanno pianto a vedere questo film. Ma tu da palermitano cosa provi a rivederlo”. “Io emevo la reazione dei palermitani, perché non ne usciamo proprio benissimo se non per lo scatto finale. Era una forma di autoanalisi, un modo per dirci cose che in faccia non ci eravamo mai detto. Ma mi sembra che poi sia andato bene. Ma io questo film l’ho fatto perché avevo 20 anni nel ’92 e in quegli anni hanno signficato un moto d’orgoglio. Ma abbiamo aspettato due stragi come quelle: arrabbiamoci un pro prima, non deve scapparci il morto prima di indignarsi. Forse dovevamo iniziare con Boris Giuliano: la nostra generazione ha dovuto asettare la morte per individuare degli eroi. Quello che vi consiglio è di individuare i vostri eroi prima che ci dica la Mafia quali debbano essere”.
17.16 Si parte con i complimenti: lei è riuscito a raccontare la generazione di chi ha vissuto le stragi di Capaci e Via D’Amelio, non solo quelle dei nostri padri. Si va da Saviano a Ozpetek per una domanda, che è più che altro un’osservazione, sul diritto a vivere e non a sopravvivere, senza scorte e in libertà. “Possiamo anche finirla qui. Devo venire più spesso a Giffoni, fa bene all’ego” commenta subito Pif.
17.12 Entra correndo e si lancia quasi sul palco. Si inchina al pubblico e si siede accanto a Manlio Castagna, vicedirettore artistico del Festival.
17.07 Siamo ‘leggermente’ in ritardo sulla tabella di marcia. Spero che PIF si sia incantato a vedere le bellezze della Campania e a intervistare i ragazzi prima di entrare in Cittadella. Ma sento in lontananza il Valzer ‘del GFF’ che annuncia l’arrivo dell’ospite al Photocall. Deduco che sia arrivato ‘automunito’ più che ‘telecamera’ munito.
16.45 In attesa che PIF calchi il Blue Carpet per raggiungere i ragazzi delle giurie, in Sala Truffaut si è aperto il dibattito su La Mafia Uccide Solo d’Estate.
PIF a Giffoni 2014: il ‘Testimone’ incontra le giurie
Prima giornata di Festival a Giffoni Valle Piana (SA) e primi ospiti sul Blue Carpet della Cittadella. Ad avere l’onore di inaugurare il tappeto dei ‘vip’ sarà PIF, alias Pierfrancesco Diliberto, atteso intorno alle 16.20 al Photocall prima di entrare in sala Truffaut per incontrare i ragazzi freschi della visione de La Mafia Uccide Solo d’Estate. Terminata la visione del film vincitore di Nastri d’Argento e David di Donatello – e non solo – i giurati del Festival potranno ‘interrogare’ il regista sulla sua opera prima e magari chiedergli qualcosa sul suo prossimo impegno cinematografico – e magari sul progetto di trasposizione tv del suo primo film. Proprio in queste ultime ore, del resto, PIF sta raccogliendo lodi dai vertici Rai: dopo le attestazioni di stima del DG Gubitosi – che ha riaperto peraltro il dibattito sull’opportunità delle fiction di Mafia – sono arrivati anche i complimenti della Presidente Rai Tarantola.
Sarà di fatto l’unica occasione per ‘intervistare’ uno dei protagonisti della stagione tv 2013-2014, amato per le sue sei stagioni de Il Testimone e apprezzato per la striscia tv Sanremo & Sanromolo che ha aperto le serate del Festival di Sanremo. Di ‘festival’ in ‘festival’ PIF arriva anche a Giffoni, dove si dedicherà esclusivamente ai ragazzi, senza – a quanto pare – ‘concedersi’ alla stampa. Personalmente mi auguro arrivi (almeno) telecamera-munito per raccontare a modo suo il Giffoni.
Noi lo seguiremo nell’incontro con i ragazzi, che resta in fondo uno dei momenti migliori del Giffoni. A più tardi.