Rai3, La tredicesima ora di Carlo Lucarelli cancellato. Lo scrittore a TvBlog: “Decisione legittima, ma da spiegare a telespettatori”
“Improvvisamente accendi la tv ed il programma non c’è più. Purtroppo questa è un’abitudine della Rai, mentre al telespettatore dovresti spiegare perché”
La scorsa estate fece rumore la cancellazione di Blunotte per motivi di budget. Quest’anno il programma che non compare nel palinsesto 2014-2015 di Rai3 è <a href="”>La tredicesima ora. ‘Vittima’ di entrambi i tagli è Carlo Lucarelli, che si vede privato del programma che da fine aprile è andato in onda in seconda serata su Rai3 raccontando storie di gente comune. A TvBlog lo scrittore ha confermato di aver appreso della cancellazione de La tredicesima ora dalla lettura dei palinsesti, mentre dalla Rai solo “silenzio”:
Ma del resto non è che abbiamo mai avuto comunicazioni da parte della Rai anche quando tempo fa abbiamo avuto qualche stop. Io continuo a dire: reputo totalmente legittima la decisione da parte del direttore della rete, uno decide che il programma non lo fa più e non lo fa più. Ci saranno ovviamente dietro delle motivazioni. Io non sto neanche a chiederle, mi sembra esagerato che sia io a chiederle. Penso che possano chiederle gli spettatori, però, sicuramente. Non andava neanche male, vista la media della rete e visto il giorno in cui ci trovavamo a combattere, il venerdì sera alle undici. Io non avrei ragioni, nessuno me le ha dette, non sto neanche a chiederle, prendo atto e basta. Certo, però, magari dirle ai nostri telespettatori, rendere conto di scelta editoriale, quello sì, si potrebbe fare.
Quando gli abbiamo chiesto un commento sul possibile restyling di Raitre ad opera del direttore Andrea Vianello, con Le Falde del Kilimangiaro affidato alla Raznovich (la Colò non l’ha presa benissimo), Lucarelli ha ribadito:
Una direzione legittima, è chiaro però che ovviamente c’è un committente dall’altra parte che non è la Rai, è lo spettatore, quello che paga il canone. È a lui che devi spiegare il senso di un restyling, del perché alcuni programmi non ci sono più. Va spiegato a loro, ma va spiegato, non è che basta in maniera così, molto drastica, improvvisamente accendi la tv ed il programma non c’è più. E purtroppo questa è un’abitudine che alla Rai c’è. È più che legittimo, da parte mia, come autore, esprimo il dispiacere di una cosa che mi sembrava stesse crescendo, che funzionava e che mi aveva fatto venire voglia di farne tante altre. I miei spettatori, ovviamente, hanno ragione a chiedere il perché di questa decisione.
Infine, sul suo futuro professionale e sulla possibilità di andare in onda su altre reti, lo scrittore, che quest’anno ha condotto anche la seconda edizione di Italia in 4D su Rai Storia, ha spiegato:
Io ho sempre lavorato su Raitre ed è sempre stata un’ottima casa in cui fare le cose che facevamo, Misteri italiani veniva naturale farlo su Raitre, è difficile farlo su Mediaset. Non dico per motivi politici, anche per questioni di materiali. La Rai ha materiali infiniti sulla nostra storia, e quindi la Rai è il servizio pubblico che per la sua natura può mettersi a fare narrazione, come era quello che cercavamo di fare noi, quella sarebbe la casa naturale. Certo è che se abbiamo delle idee, voglia di raccontarle, se non ci riusciamo a raccontare le storie lì e magari da qualche parte ci sono le condizioni, magari possiamo farlo da qualche altra parte. Io ho modo di raccontare le mie storie in altro modo, scrivo romanzi, molte storie che mi urgono dentro, che ho voglia di raccontare, le racconterà da qualche altra parte. Certo, se c’è la possibilità, la Rai è la casa.