Lo scandalo dei call-in games
I giochi telefonici stanno perdendo spettatori in tutto il mondo. In Italia hanno fatto il loro tempo e sono relegati a fasce marginali, non sono certo fenomeni di culto. Non esistono più i Pronto Raffaella. Altrove, la situazione è differente, a causa degli scandali in corso. Tutto è cominciato con You say we pay, il
I giochi telefonici stanno perdendo spettatori in tutto il mondo. In Italia hanno fatto il loro tempo e sono relegati a fasce marginali, non sono certo fenomeni di culto. Non esistono più i Pronto Raffaella. Altrove, la situazione è differente, a causa degli scandali in corso. Tutto è cominciato con You say we pay, il contestatissimo programma di Channel 4, i cui produttori hanno ammesso di truccare il gioco, facendo trasmettere finte telefonate di vincitori per incoraggiare il pubblico a casa che paga per chiamare e partecipare a una competizione che non vincerà mai (siamo ben lontani dagli scandali degli anni ’50, quando, negli U.S.A., venivano suggerite le risposte più difficili ai concorrenti dei quiz show: qui si parla di truffe per milioni di euro).
Lo scandalo ha coinvolto anche alcuni dei più importanti charity show del Regno Unito (Children in Need, Comic Relief). Risultati? Sono saltate delle teste, sono crollati gli ascolti dei games su tutti i network.
Barbara Beck, consulente legale della LMK, l’autorità statale per le comunicazioni in Germania, dice che
“I would never accuse any broadcaster of deliberately misleading their viewers. But with these shows it is always a danger because it is so easy to do and so easy to make money doing it.
Dalle nostre parti, e non solo da noi, la questione riguarda più che altro le telefonate per far vincere questo o quel concorrente di questo o quel reality.
In Cina, per esempio, è stata scoperta una clamorosa truffa nel programma Super Girl, una specie di versione locale di America Idol. Anche questo tipo particolare di “call-in”, o, più correttamente, di interazione del pubblico da casa (il celeberrimo televoto, diffusissimo anche nostranamente proprio grazie ai reality show) è sotto inchiesta.
Lo scandalo britannic, di fatto, ha allertato le autorithy di tutto il mondo.
Dopo il continua, un vero reperto storico: Mike Bongiorno scopre che una concorrente di Telemike, la signorina Maura Livoli, che risponde a domande su Guglielmo Marconi, ha le risposte alle domande scritte in un fogliettino. Grande ramanzina di Mike, svenimento della concorrente e moralismi finali (in palio, 120 milioni di lire).
Sulla veridicità dell’accaduto, si disputa tutt’ora.
A seguire, una puntata di You Say, We Pay