Victoria Cabello: “Quelli che il calcio sarà low budget, ma ci sono abituata. La Raffaele non ripeterà Belen”
La conduttrice, confermata al timone del contenitore di RaiDue, svela le novità della seconda edizione.
Riconfermare Victoria Cabello alla guida di Quelli che il calcio è stata una delle decisioni più sagge che la Rai – e la direzione di RaiDue in primis – potesse prendere. Per quanto la sua prima edizione non abbia brillato per ascolti, è stato uno dei rari tentativi davvero sperimentali sulla generalista, un esempio virtuoso di semina che potrebbe dare col tempo buoni frutti. Programmi come Le Iene o Zelig, partiti in sordina, sono diventati quello che sono solo grazie a investimenti pazienti e graduali.
Così la conduttrice si prepara alla sua seconda edizione (al via da domenica 16 settembre su RaiDue), segnata ancor di più dai tagli di budget fatti in daytime. Ma Vicky non è spaventata, visto che l’intero suo percorso televisivo è stato segnato dall’arte di arrangiarsi:
“Luigi Gubitosi e Anna Maria Tarantola hanno già dimostrato di avere una certa deontologia: si sono abbassati lo stipendio, non hanno voluto il contratto a tempo indeterminato. Io, avendo fatto programmi low budget, sono già in linea con la nuova gestione. Io sono stata scelta dalla Lei. Il mio contratto è già stato rivisto. Non girano più cifre da capogiro come anni addietro”.
Il tutto in un’intervista a Elena Martelli del Venerdì di Repubblica, dove la conduttrice di Quelli che ricorda quanto è stato difficile, per lei, prendere le misure l’anno scorso:
“E’ stato come fare il militare. Una sensazione simile di estraneità l’ho provata anche al primo anno delle Iene. Di colpo non ero più a Mtv, ‘in famiglia’, ed ero l’unica donna in un ambiente di soli uomini. Volevo dimostrare di non essere da meno. Ci ho messi sei mesi a capire in che direzione andare. Trovata la chiave, mi si è aperto un mondo. Certo, per finire sulla tv generalista, la prima volta mi sono dovuta vestire da uomo. All’inizio resistevo, aggrappata ai miei riferimenti. Avevo paura di snaturarmi. Poi, a dicembre, una persona della Rai mi ha chiamata, dicendomi, ‘Devi avere il coraggio di guidare tu questa macchina’. Ci ho pensato per Natale, quando sono partita per un viaggio, zaino in spalla a fare immersioni. Al rientro, ho preso il volante. Certo, non è una macchina, è un tir. Ma quel che mi interessa non è la fama, è crescere e imparare. E qui attingo continuamente”.
Archiviata la fase di ambientamento, l’ex Iena fornisce più di una succosa anticipazione sulla prossima stagione:
Foto | TM News
Uno studio vecchio e nuovo in Corso Sempione
“Andremo nello studio lasciato da Fabio Fazio, a Corso Sempione. E’ un posto storico, del ’59, ha un’allure incredibile. Io, finora, ho lavorato sempre nei capannoni, questo è uno studio d’epoca. La nuova scenografia a cui stiamo pensando valorizzerà quest’aspetto. Vorrei ispirarmi all’ingresso della Tate Modern”.
Le Teche Rai e Youtube al posto dei diritti?
“Noi abbiamo le teche Rai, la memoria. Un giacimento preziosissimo che con Massimo Caputi stiamo pensando di sfruttare per un vero viaggio nel tempo. Poi cercheremo di scroccare la parabola agli italiani. Per esempio, su Youtube ho visto il video di una famiglia napoletana che tutte le domeniche si riprende mentre vede le partite in tv con la tavola piena di cibo e cose. Sono geniali”.
Basta Belen. E il Trio Medusa farà la radio
“Non vogliamo ripeterci. Belen la lasceremo in pace per un po’. Non sarà nemmeno di attualità l’anno prossimo. Con il Trio Medusa sto pensando a un tavolo per farmi affiancare nelle interviste. Per straparlare un po’, come si fa in radio. E poi vorrei che il parterre dello studio evidenziasse qualche personaggio, come ai tempi di Fazio”.
Il pubblico vuole stimoli nuovi come la Abramovic
“Quando ho detto in Rai – immagini le facce – che sarebbe venuta la Abramovic per spiegare la performance in inglese con traduzione simultanea, tutti si aspettavano che facesse il 3 per cento. Ha fatto il 9. Un risultato strepitoso. Una dimostrazione del fatto che alcune cose in tv si possono fare e che il pubblico ha voglia di stimoli. Tutta questa nuova offerta, tra digitale, satellite, internet non può che far crescere una sana concorrenza. E credo che l’offerta stessa, superata la crisi, migliorerà. Perché il pubblico, ormai avvezzo alla tv, esige più qualità. E la Rai ha qualche dovere verso i telespettatori. Ha la storia e il know how. Le serve solo applicarsi un po’ di più. Anche Channel4 e la Bbc hanno cose che si potrebbero definire trash, ma hanno il coraggio di proporre una docufiction in prima serata, al venerdì”.
Santoro più forte delle reti
“Santoro ha fatto una rivoluzione, dimostrando di essere più forte delle reti. Il pubblico lo segue ovunque. Il fatto che ora sia a La7 mi piace molto. Credo che, prima o poi, La7 diventerà un canale all news. Il fatto che su una rete generalista la star sia Mentana, la dice lunga. Pensi che bellezza, la sana competizione che ci sarà tra Mentana e Santoro. L’informazione a La7 viene fatta come Dio comanda. E in Italia ce n’è bisogno”.