60 Minutes (CBS): le inchieste giornalistiche ben fatte (e di attualita’) raccolgono sempre piu’ ascolti
Puo’ sembrare scontato, ma la stampa specializzata americana prende atto che gli eventi di attualita’ pompano gli ascolti dei magazine di approfondimento giornalistico in tv. E in particolare quelli di 60 Minutes, programma di approfondimento della CBS, rete che ancora una volta non sbaglia un colpo. In onda regolarmente dal 1968 (!) negli Stati Uniti
Puo’ sembrare scontato, ma la stampa specializzata americana prende atto che gli eventi di attualita’ pompano gli ascolti dei magazine di approfondimento giornalistico in tv. E in particolare quelli di 60 Minutes, programma di approfondimento della CBS, rete che ancora una volta non sbaglia un colpo.
In onda regolarmente dal 1968 (!) negli Stati Uniti e creato da Don Hewitt, ha da sempre adottato un unico e caratteristico stile di investigazione tipico da reporter giornalistico, un po’ alla Report, per farvi capire. Da sempre tra i programmi piu’ amati della nazione, ha scandito la progressione degli eventi storici americani e internazionali generazione dopo generazione. Nel 2008 e’ caduto il 40esimo anniversario della fondazione di questa trasmissione che detiene il record assoluto di programma di prime time americano piu’ longevo. Tra i numerosi reporter che costituiscono la larga squadra, nomi eccellenti come Katie Couric o Steve Krofts.
Il caso che ha portato alla ribalta l’attenzione su questo programma (e ne ha fatto impennare gli ascolti) e’ un’intervista realizzata dalla Couric al capitano Sully e la sua crew, protagonisti del salvataggio del volo U.S. Airways, atterrato sul fiume Hudson a New York a gennaio. Il fatto di cronaca, che ha subito eletto il comandante Chesley Sullenberger a moderno eroe nazionale, non ha mai ricevuto una vera e propria celebrazione mediatica, consumata invece con successo e professionalita’ durante l’appuntamento televisivo di 60 Minutes della scorsa settimana. Fenomeno interessante, che vale la pena approfondire.
Mentre tutti i programmi di qualsiasi genere perdono ascolto, 60 Minutes ha aumentato il proprio ascolto medio rispetto alla stagione precedente passando da 14,1 a 15,15 milioni di spettatori (il che equivale ad un aumento del 10% circa). L’inversione di tendenza e’ una novita’, dal momento che lo show ha visto tempi bui e ascolti in picchiata nell’ultima decade. Parte del successo e’ da attribuire al nuovo executive producer Jeff Fager, subentrato al fondatore Hewitt nel 2004: un lento lavoro di immagine ha contribuito a svecchiare temi e aspetto del programma, in onda la Domenica sera alle 19.
Proprio Fager l’ha vista lunga, garantendosi largo accesso alla famiglia Obama a Washington fin dal 2007 con il suo corrispondente Steve Kroft che nell’autunno 2008 ha realizzato un’ottima intervista a Barack e Michelle, la prima in modalita’ sit-down subito dopo le elezioni. Trasmessa il 16 novembre 2008 ha fatto segnare al programma il record da 12 anni a questa parte con ben 24,5 milioni di spettatori. Questi numeri hanno portato la rete a impacchettare i 240 minuti di girato dell’intervista in un bel DVD che ora e’ in vendita in tutta la nazione. Ve lo immaginereste un DVD di Porta a Porta o di Annozero?!
L’accurata scelta dei temi e lo stile con cui vengono presentati sembrano essere il mix vincente, secondo Fager. Alcuni esempi degli ultimi argomenti trattati: un’analisi approfondita delle crisi bancarie e di come si riflettono sulla crisi economica (5 ottobre, 16,6 milioni di spettatori), un’intervista esclusiva al Presidente Pakistano Musharraf (4 gennaio, 18,2 milioni). Ed infine la prima intervista televisiva al capitano Sully, di cui vi propongo un ampio estratto video qui di seguito (utile per apprezzare anche lo stile con cui un servizio viene realizzato), che ha visto quasi 17 milioni di americani sintonizzati.
L’analisi degli ascolti e’ onesta e tiene conto di un altro fattore di rilievo: la diminuzione della concorrenza. Il numero di newsmagazine che concorrono a coprire gli stessi temi e’ infatti diminuito con gli anni. Titoli che proprio a cavallo del 1999-2000 causavano a 60 Minutes perdite di 2 milioni di spettatori a stagione sono spariti dal palinsesto. Questo perche’ l’investimento dei network (compresa la stessa CBS) nel ramo news e’ progressivamente diminuito, tagliando fondi e personale a questo genere televisivo. CBS ha saputo pero’ coltivare la squadra di oltre 75 reporter che sta dietro a questo programma, “indirizzandoli” verso la tipologia di storie di attualita’ che pensa possa catturare il pubblico, a ragione.
E’ indubbio che il successo del programma debba molto alla cavalcata dell’ “Onda Obama” ma intercettare il capitano Sully in fretta e’ stata un’ottima mossa per garantirsi la fase-celebrita’ che sta vivendo questo personaggio. C’e’ molta pressione nell’ambiente news – rivela Fager – per individuare rapidamente storie di questo tipo, ma – a guardar bene – i fatti da raccontare sono talmente tanti che un’intera stagione televisiva non basterebbe a coprire ogni tema. L’avvicendamento della classe di reporter (rispetto a quella che ha iniziato il programma e ha mantenuto le redini editoriali fino a qualche anno fa) ha portato una nuova sensibilita’ verso i temi e il gusto del pubblico. In aggiunta, il programma ha siglato un accordo con Yahoo! nel 2006 che consente la pubblicazione online di diversi segmenti video delle puntate trasmesse.
Insomma…se questa logica funzionasse anche in Italia, bisognerebbe dire a Canale 5 di dedicare subito un’intera puntata di Matrix al “caso Mentana”…