Legàmi, Il tempo del coraggio e dell’amore, Pasion prohibida: l’inutile rincorsa all’erede de Il Segreto
Perché c’è tutta quest’attenzione verso le fiction “latine”?
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Estate 2013. Canale 5 iniziò a trasmettere, come tappabuchi estivo e quindi nel disinteresse pressoché generale, El secreto de Puente Viejo, soap opera di produzione spagnola meglio conosciuta con il titolo italiano de Il Segreto. Mediaset, all’epoca, era assolutamente ignara del fatto di avere tra le mani una vera e propria gallina dalle uova d’oro.
Al termine della stagione estiva, infatti, Il Segreto, considerando il crescente interesse del grande pubblico, fu trasmesso anche in autunno costringendo addirittura il day-time di Amici a sloggiare dal pomeriggio della rete ammiraglia Mediaset, con il talent show di Maria De Filippi costretto a trovare asilo televisivo in quel di Real Time: una decisione quasi epocale.
Il resto è storia molto nota: Mediaset, forse anche un po’ sconsideratamente, ha iniziato a spremere come un limone il fenomeno Segreto, piazzandolo in prima serata (e recentemente anche in seconda) con buoni risultati e collocandolo anche su Rete 4, dove la soap opera è stata nuovamente trasmessa dalla prima puntata a partire da dicembre.
Il Segreto, inoltre, ha anche portato a Mediaset un consistente indotto a beneficio di altri programmi Mediaset: Verissimo, ad esempio, ha intervistato uno a uno tutti i componenti del cast, andandoci avanti per una stagione intera.
Dinanzi a fenomeni televisivi di tale portata, era ovvio che i tentativi di emulazione non sarebbero tardati ad arrivare.
La prima a provarci fu Rai 2 con Pasion Prohibida, una telenovela statunitense in lingua spagnola che iniziò ad andare in onda a gennaio. Il tentativo fallì in pieno: Pasion Prohibida fu sospeso dopo due settimane (tornerà in onda in estate), stavolgendo negativamente il pomeriggio della seconda rete di Stato. Nemmeno la triste pubblicità derivata dalla morte della protagonista, l’attrice venezuelana Monica Spears, tragicamente uccisa proprio il giorno della messa in onda della prima puntata, si rivelò utile per stuzzicare la curiosità di chi aveva già apprezzato Il Segreto (perché è scontato che l’obiettivo era quello di corteggiare quella fascia di spettatori).
Quest’insuccesso ha rivelato subito una verità ben definita: il successo de Il Segreto, infatti, non sottintende assolutamente né un rinnovato interesse del pubblico verso le telenovelas “latine” né la nascita di un filone pronto da sfruttare.
Anche Canale 5, che era già stata baciata dalla fortuna una volta, paradossalmente è caduta in questo trappolone, cercando il bis con Il tempo del coraggio e dell’amore, trasmesso in prima serata con risultati discreti. Nonostante gli ascolti accettabili, non si può certo parlare di nascita di un nuovo fenomeno mediatico.
Rai 1, invece, ha risposto con Legàmi, una telenovela di produzione portoghese e brasiliana lanciata in Italia con un promo al limite del trash, con tanto di sigla firmata da Gigi D’Alessio, un tentativo di adattamento italiano che definire disgraziato è un complimento. Molto intelligentemente, inoltre, la fiction è stata piazzata il sabato in prima serata, debuttando la stessa sera della finale di Champions League. In poche parole, un suicidio annunciato.
Sicuramente, non tarderanno ad arrivare ulteriori tentativi di azzeccare un successo “alla Segreto” ma gli sforzi si rileveranno tutti probabilmente inutili. La rincorsa all’erede de Il Segreto è controproducente proprio perché il tentativo di clonare un successo è palese.
Senza contare, inoltre, che si compie anche l’errore di generalizzare e uniformare tutti i serial di questo genere quando è necessario sottolineare che Il Segreto ha ingredienti che altri prodotti di questo tipo già andati in onda non possiedono.
Il Segreto è un successo a sé stante.
E attualmente si sta cavalcando un’onda che non c’è.