Sfuggevoli avvertenze
Il nuovo governo riesce finalmente ad emanare un provvedimento che abbia qualche effetto sulla televisione. Non si tratta del progetto di Riforma Gentiloni e nemmeno della soluzione del caso Europa 7 (argomento di propaganda quando il centro sinistra era all’opposizione, subito dimenticato appena ci si siede in poltrona). Parliamo di qualcosa di molto meno rilevante,
Il nuovo governo riesce finalmente ad emanare un provvedimento che abbia qualche effetto sulla televisione. Non si tratta del progetto di Riforma Gentiloni e nemmeno della soluzione del caso Europa 7 (argomento di propaganda quando il centro sinistra era all’opposizione, subito dimenticato appena ci si siede in poltrona). Parliamo di qualcosa di molto meno rilevante, ma comunque importante per dare un segnale di discontinuità e di maggior tutela nei confronti dei cittadini.
Il provvedimento è un decreto del Ministero della Salute pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 18 luglio scorso che obbliga finalmente a “scandire lentamente e chiaramente” le indicazioni e le avvertenze obbligatorie per legge alla fine degli spot televisivi di prodotti farmaceutici “per rendere piu’ chiara e comprensibile a tutti quella parte che spesso viene letta troppo in fretta e con toni piu’ bassi“.
L’obbligo era assolutamente necessario, negli ultimi tempi la voce che accompagnava gli spot dei farmaci aveva avuto un’ulteriore accelerazione sempre più “artificiale” (sembrava che improvvisamente diventasse il doppiatore di qualche personaggio dei cartoni animati) riuscendo a far entrare 20 parole in 2 secondi netti.
Guardando, ad esempio, l’ultimo spot del Moment Granulare, analgesico “ad effetto rapido” che si scioglie sulla lingua, c’era da restare di stucco nel sentire la voce rassicurante che nel finale accelerava e si abbassava di volume per farci sapere che il farmaco in oggetto “può avere controindicazioni anche gravi“. La cosa sconcertante è che guardando al passato questa consuetudine alla quale siamo ormai assuefatti è in qualche modo più recente di quanto si possa pensare.
Il confronto con lo spot vintage del Moment, anno 1990 (disponibile dopo il salto), indica che in merito c’è stato un cambiamento di strategia delle case farmaceutiche. Il correttivo arriva in ritardo, ma meglio tardi che mai.