Morire per un Reality
La notizia pubblicata questa notte su Repubblica.it lascia basiti. Il concorrente di un reality della tv nigeriana, Anthony Ogadje, 25 anni, laureato in Geologia, è morto durante la preparazione di una prova di resistenza subacquea presso il lago Shere Hills.Il Gulder Ultimate Search, questo il titolo del reality show giunto alla quarta edizione, è costruito
La notizia pubblicata questa notte su Repubblica.it lascia basiti. Il concorrente di un reality della tv nigeriana, Anthony Ogadje, 25 anni, laureato in Geologia, è morto durante la preparazione di una prova di resistenza subacquea presso il lago Shere Hills.
Il Gulder Ultimate Search, questo il titolo del reality show giunto alla quarta edizione, è costruito su una serie di sfide ad eliminazione basate su prove di resistenza fisica e sulla capacità dei concorrenti di risolvere degli enigmi costruiti su una trama stile “ricerca del tesoro“. La vittoria porta al primo classificato 5 milioni di naira (una piccola fortuna corrispondente a circa 30.000 euro), un fuoristrada e un bonus di 500.000 naira per l’acquisto di abiti.
Lo sponsor Nigerian Breweries, azienda produttrice di birra di proprietà della Heineken, ha fatto pressioni perchè la trasmissione venisse immediatamente sospesa, nei fatti senza andare in onda nemmeno una volta. Le precedenti edizioni avevano ottenuto buoni ascolti.
Il micro-dramma di Anthony pone una serie di domande a cui è difficile trovare una risposta soddisfacente senza cadere nel paradosso e nella più classica delle provocazioni, ma non intendo sottrarmi.
Spesso ci si lamenta dell’immoralità del modello che i nostri reality, il Grande Fratello in primis, propongono ai giovani e alla società in generale: persone prive di qualsiasi talento guadagnano la fama e il denaro grazie al semplice apparire in televisione, spesso in una situazione di forzata cattività che stimola il più basso voyerismo dei telespettatori e i più gretti comportamenti dei concorrenti.
Nel caso di questo Gulder Ultimate Search le carte in tavola cambiano, ma il modello proposto lascia comunque perplessi. In Nigeria il 60% della popolazione si trova al di sotto della soglia di povertà e questo nonostante le grandi risorse minerarie e petrolifere del paese, risorse che negli ultimi anni sono al centro di scontri fra gruppi armati di indipendentisti che non esitano a rapire tecnici stranieri per cercare una legittimazione internazionale.
In un contesto del genere, con un reddito medio mensile di 30 euro, il mezzo per arricchirsi in maniera spropositata è quello di far sfoggio principalmente delle proprie capacità fisiche, in una rappresentazione della tribale lotta per la sopravvivenza dominata dal più forte, ma dopo secoli di progresso con il privilegio della diretta tv.
Nel contempo, mentre in Europa ci scandalizziamo perchè i reality sullo stile Survivor vengono taroccati e il presunto naufrago disperso nella giungla torna nell’albergo a 5 stelle non appena si spengono le telecamere, in Nigeria le prove a cui sono sottoposti i concorrenti sono talmente “reali” che qualcuno finisce per rimetterci la pelle.
La provocazione è sempre la stessa, trita e ritrita, in attesa di diventare “La Soluzione” (ma solo quando gli indici di ascolto in calo lo suggeriranno ai direttori di rete e agli sponsor): ma non si potrebbe fare del tutto a meno di questi Reality Show?
Quando il varietà con il Fabrizio Frizzi e il Corrado di turno ha cominciato a non bastarci più?