Tango, Santanché alla D’Amico: “Se le mettessero una telecamera nelle mutande scoverebbero qualche reato”
Si scalda l’ottava puntata di Tango: Cruciani fa fatica a tenere a bada Ilaria D’Amico e Daniela Santanché.
Tango appassionato quello che ha ‘contrapposto’ questa sera Ilaria D’Amico, conduttrice dell’approfondimento settimanale di Sky Tg24 con Giuseppe Cruciani, e l’onorevole Daniela Santanché, chiamata a commentare con Carlo Freccero e Mario Adinolfi i risultati delle Europee 2014.
“Eravamo quattro amici al bar” il titolo della puntata che si è scaldata non appena la Santanché è entrata in tema ‘politici che non mantengono le promesse’ – con l’onorevole di FI pronta a rimbrottare Grillo per non essersi dimesso come promesso (“Per me le parole hanno valore” ha sottolineato la Santanché) e di non aver mantenuto la parola data alla vigilia – e ‘condanna Berlusconi’.
Ilaria D’Amico non gliene ha fatte passare una: ‘contravvenendo’ a una certa liturgia della conduzione, ha ribattuto con costanza a ogni affermazione della Santanché, ricordandole le tante promesse fatte in passato anche dal suo leader e ricordandone alcuni comportamenti. Ma che tra le due ci fosse tensione si è capito fin dai saluti iniziali. Un ‘buonasera’ può dire più di mille parole.
Giuseppe Cruciani si è dunque trovato nell’insolita condizione di dover ‘metter pace’ tra le due contendenti, che non mollavano l’osso dando vita a un confronto piuttosto acceso. Per cercare di ricondurre la discussione a più ‘miti consigli’ Cruciani ha avuto la brillante idea di chiedere alla Santanché perché Berlusconi non avesse firmato di persona i referendum della Lega.
“Perché ha perso i diritti civili e chi perde i diritti civili non può votare e neanche firmare i referendum. Questa è la schifezza del nostro Paese democratico…”.
E sulla linea del ‘Berlusconi innocente ingiustamente condannato’, cavallo di battaglia di FI, la D’Amico non ci ha visto più ed è partita, come si dice, a testa bassa ricordando che “l’ingiustizia” è in realtà una condanna passata in giudicato al terzo grado di giudizio. In fondo è stata una delle poche a ricordare in un dibattito – e per di più in veste di padrona di casa e ormai fuori da qualsiasi ‘cortesia’ da campagna elettorale o par condicio – la ‘differenza’, fosse anche solo lessicale, tra ‘ingiustizia’ e ‘condanna’. E anche nel confronto con Berlusconi, un anno fa, non si risparmiò.
La replica della Santanché ha ribadito una volta di più quanto sia sopravvalutata la cosiddetta ‘solidarietà femminile’:
“Guardi, il giorno in cui le metteranno una telecamera a lei addosso stia pur certa che il giudice scoverebbe qualche reato. Soprattutto poi se le mettono la telecamera nelle mutande…“.
Difficile non pensare – magari con malizia, non lo nego – ai recenti gossip e ai rumors sulla relazione della D’Amico con Gigi Buffon, vista come ‘probabile’ causa della separazione del portiere della Nazionale da Alena Seredova. Sul sito Sky potete vedere ‘l’inizio’ del botta e risposta e l’amabile (e ‘intima’) conclusione.
La stilettata ha di fatto messo fine alle ‘ostilità’, con una D’Amico che ha magistralmente mantenuto il sangue freddo, ha dribblato il ‘riferimento’ e con un ocho atras (passo del tango argentino) ha riportando la discussione sul ‘generale’ ribadendo che
“tra l’essere spiata e derogare a una legge che non viene applicata preferisco essere spiata. Io e lei abbiamo posizioni diverse, on. Santanché, e non sto dicendo che le sue siano sbagliate. Ma io penso che quando un uomo è condannato in tre gradi di giustizia sia colpevole e che la giustizia abbia fatto il proprio corso”.
Beh, una seratina tranquilla a casa Sky: Certa musica, però, non cambia mai…