Doppio incarico, Luisa Todini lascerà il Cda Rai. Ma soltanto in autunno
Dopo le pressioni di Pd e M5S, la consigliera Rai in quota centrodestra ha annunciato le dimissioni. Ma solo in autunno
Luisa Todini si è convinta, alla fine: lascerà il Cda della Rai. Ma non subito, bensì in autunno. Perché, così spiega l’imprenditrice ed europarlamentare di Forza Italia, deve concludere il lavoro avviato sui dossier sui quali ha lavorato, da Raiway, alla spending review:
Come già ho avuto modo di indicare al Governo, in autunno sarò ben felice di lasciare il mio incarico in Cda, una decisione già presa all’atto della nomina a presidente di lasciare l’incarico nel Cda di viale Mazzini non appena il momento sarà opportuno, probabilmente in autunno. Notizia che spero rassicuri e soddisfi la curiosità di quei giornalisti che hanno cominciato a fare capannello sotto casa mia per carpirmi una dichiarazione.
A chiedere le dimissioni immediate erano stati M5S e Pd che le avevano rivolto un’ “ossessiva attenzione”, come lamenta la stessa Todini. Motivo? A metà aprile scorso è stata nominata presidente delle Poste italiane.
“Tra i due ruoli non c’è incompatibilità. Io sono e resto un consigliere della Rai”, aveva ribadito pochi giorni fa ai giornali la diretta interessata. Non la pensava così il parlamentare del Pd Michele Anzaldi (che insieme agli alti democratici ha firmato una lettera) secondo cui la doppia poltrona, ossia il doppio compenso (238 mila euro lordi per Poste, 66 mila per la Rai – ma la Todini assicura che quello di Viale Mazzini viene donata in beneficienza), mal si conciliava con “il new deal proposto dal governo Renzi” incentrato sul taglio degli stipendi, la riduzione dei doppi incarichi e lo stop alle consulenze.
Anche il senatore del Movimento 5 Stelle Alberto Airola, pur ammettendo che “non c’è incompatibilità”, aveva fatto notare che “c’è però una questione di opportunità”.
Ora la svolta, quantomeno a parole, visto che le dimissioni arriveranno soltanto tra qualche mese. Peraltro c’è da segnalare che quando la Todini lascerà il Cda si porrà il problema di chi nominare al suo posto. Ci sarà un altro nome in quota centrodestra oppure il M5S, magari in virtù di un nuovo exploit elettorale, reclamerà di essere rappresentato in questo organismo di potere?