Per Peppi Nocera La presentatrice è morta: “La tv è tutto un capoprogettismo. Che ci vuole a truccare l’Auditel?”
Peppi Nocera, oggi autore di Bake off, ha scritto il suo primo romanzo, La presentatrice morta. E in un’intervista al Venerdì di Repubblica svela il dietro le quinte dei programmi tv
La carriera di Peppi Nocera è stata Un ascensore continuo, parafrasando il titolo di una celebre hit da lui firmata che portò Ambra al successo discografico insieme a T’appartengo. Stiamo parlando di uno degli autori tv più collaudati del piccolo schermo, passato da un format cult all’altro (Non è la Rai, Amici, L’Isola dei famosi e X Factor). Il suo presente professionale, da quando Magnolia si occupa del talent Sky solo per la parte casting, è tutto proiettato su Bake off, il talent dolciario di Benedetta Parodi.
Programmi tv a parte, Nocera ha appena pubblicato il suo primo romanzo, La presentatrice morta. L’autore si è unito, così, al team degli addetti ai lavori che a un certo punto vogliono denunciare il sistema, ma lo fanno sotto mentite spoglie. Lo ha fatto tra i primi lo sceneggiatore Ivan Cotroneo con Il re del mondo (la storia di un aspirante famoso pronto a uccidere, durante la partecipazione a un reality, pur di sfondare), seguito tra gli altri dal regista Sergio Colabona con Fine trasmissioni (un reality con dodici galeotti e protagonista uno “sfigato di successo”) e la giornalista Candida Morvillo (nel recente Le stelle non sono lontane fa il verso a una regina del pomeriggio tv, in combutta con altre conduttrici per aggiudicarsi il sabato sera).
Anche la trama de La presentatrice morta è presto detta: la protagonista è Eda Dolci, potentissima conduttrice del programma E’ la vita, record d’ascolti al giovedì sera. Sbugiardata in diretta da Priscilla Pazzi nello show concorrente Tu sei così, per una storia di intercettazioni proibite e dati Auditel truccati, viene trovata cadavere durante una festa. Chi ci sarà dietro la Dolci? Un po’ di D’Urso? Un po’ di De Filippi? Un po’ di Simona Ventura? Un po’ di tutte insieme?
Nocera commenta così il senso della sua opera prima in un’intervista al Venerdì di Repubblica:
“Il vero titolo di questa storia sarebbe un altro: la televisione morta. Io sono arrivato per caso in tv nel momento in cui i programmi li facevano un produttore editoriale e un gruppo di autori. Adesso invece c’è una figura che fa molto ridere: il capoprogetto. E’ tutto un capoprogettismo… Gli autori nelle riunioni stanno sempre zitti, si svegliano e dicono solo ‘rosso’, oppure ‘verde’. E pigliano tantissimi soldi per questo. Li detesto”.
Per Nocera la sua categoria è fatta all’85% di cialtroni, “me compreso”, tranne qualche redattore bravo che diventa un bravo autore perché “la tv qualcuno la deve fare”. Dice, quindi, che quella del libro non è tanto una vendetta verso i colleghi, visto che “la tv puzza un po’ ma è un lavoro come un altro”, quanto verso la Roma Nord “che ospita il peggio del materiale umano della Capitale”, quella Cafonal e debosciata di chi si trastulla nei sushibar:
Nocera nel suo mondo ne ha viste di ogni, insomma, ma sottolinea soprattutto una particolare suscettibilità che si respira dietro le quinte, quella diretta verso “i corpi estranei” della rete, che appaiono spiazzanti in quanto fuori dal sistema:
“Ho accumulato un monte-ore di camerini, dove succedono delle tragedie. Si piange tantissimo. Da quando siamo nell’era di Sky l’ascolto conta meno. E’ tutta una questione di comunicazione, di trending topic su Twitter. Di conseguenza contano molto i critici, e non sempre quelli più noti. Ho passato ore in camerino cercando di far capire al mio conduttore che una critica sul web non era così importante, ma i televisivi hanno i nervi scoperti su questo”.
Poi denuncia il problema della mancanza di idee:
“I nuovi programmi si costruiscono con la funzione Genius degli Ipod. E’ andato bene quello, facciamone un altro uguale e intanto finisce la creatività, non si rischia, non si sperimenta”.
Peppi insinua anche una cosa molto pesante:
“E’ truccato il calcio. Che ci vuole a truccare l’auditel per vendere la pubblicità a prezzo più caro? I televisivi scacciano questo pensiero come un mantra. Il paradosso è che la maggior parte dei presentatori pensa che i dati siano truccati solo quando il programma è andato male”.
Della tv di oggi l’autore salva Chi l’ha visto? e i factual di terza serata come Sepolti vivi e Matrimoni Gipsy.