DOV’E’ LA TV?
Sono appena tornato dalla Mostra del Cinema di Venezia, dove ho fatto molte ore di diretta tv. Mi dispiace che non abbia vinto il film “Good night and good luck” di George Clooney, lavoro serio, onesto, ben girato, con un tema importante: la Tv che non si fa intimidire dal potere e, per scelta dei[…]
Sono appena tornato dalla Mostra del Cinema di Venezia, dove ho fatto molte ore di diretta tv. Mi dispiace che non abbia vinto il film “Good night and good luck” di George Clooney, lavoro serio, onesto, ben girato, con un tema importante: la Tv che non si fa intimidire dal potere e, per scelta dei suoi autori più che dei suoi proprietari, non s’inginocchia di fronte a un mastino come MacHarty, che vedeva comunisti dovunque anche quando non c’erano; se la prese persino con Gary Cooper, oltre che con altri attori e registi famosi nell’America degli anni Cinquanta, tra cui Charlie Chaplin.
Da questo tema, che ovviamente si allargherà a fatti contemporanei, che vorrei cominciare a “monitorare”, senza troppe pretese e cioè senza intolleranza verso altre opinioni, la storia che si fa sotto i nostri occhi sul piano della informazione e dello spettacolo tv.
Propongo subito un paradosso. Penso che se tutto è tv come pensiamo, e diciamo, nulla è tv. Faccio un esempio proprio partendo da Venezia. La Mostra è stata seguita assiduamente dalla tv, anzi da un lunga serie di canali tv, e va bene, o male a seconda dei casi o dei canali; ma la tv come centro di produzioni e investimenti continua a finanziare in parte i film destinati alle sale e tuttavia non riesce a vincere, se non premi collaterali.
Ad esempio, nè Mediaset nè RaiCinema hanno centrato l’0biettivo del Leone d’oro a cui puntavano: Mediaset con “I giorni dell’abbandono” di Roberto Faenza, e RaiCinema con “La bestia nel cuore” di Cristina Comencini e “La seconda notte di nozze” di Pupi Avanti hanno interrotto la serie negativa che va avanti ormai da più di dieci anni, da “Così ridevano” di Gianni Amelio, 1991, prodotto da RaiCinema, ad oggi.
Solo Giovanna Mezzogiorno ha ottenuto un riconoscimento, la Coppa Volpi come migliore attrice per “La bestia nel cuore”, grazie alla tenacia e ai convincimenti di Dante Ferretti presidente della giuria (lo ha rivelato pubblicamente il direttore della Mostra, Marco Muller). Quello del Leone mandato è un fatto che potrebbe provare poco o nulla se non fosse che neanche il mercato, cioè le sale, sembrano promuovere in stragrande maggioranza il cinema italiano sostenuto dalle tv, e non parliamo poi del cinema sostenuto congiuntamente dalla tv e dalle (scarse ormai o inesistenti) sovvenzioni dello Stato. La sensazione che conta è quella che è affiorata proprio a Venezia, mentre i film americani e anche quelli asiatici (cinesi, coreani, giapponesi) mostrano di avere e conservare vitalità, gli americani, e rivendicare sempre maggiore spazio per imporsi, quelli asiatici. L’Europa anche sta male, ,ma l’Italia sta malissimo rispetto al passato e alle sue tradizioni, di cui la Mostra nata nel 1932 è un segnale che dà i brividi di nostalgia ,e non solo, poichè nonostante tutto le sue vicende raccontano di una Cinecittà che non c’è quasi e delle tv che giocano con timidezza le loro carte. Subiamo lezioni che sappiamo imparare da ogni zona del mondo. E tutto questo avviene sotto gli occhi perennemente aperti delle tv che si dilettano di notizie, pettegolezzi e varia informazione, come se cercassero di far dimenticare le loro difficoltà di esistere come produttori, coproduttori, finanziatori, compratori di diritti per le trasmissione dei film promossi o scelti. Occhi aperti e chiusi, come suona il titolo di un celebre film di Stanley Kubrick, “Eyes Wide Shut”. Ma Kubrich è Kubrick, e le tv italiane sono quello che sono: disperate casalinghe, ovvero “desperate housewife”, molto molto diverse da quelle dei telefilm americani che fanno cinema con la tv, e la tv con il cinema come linguaggio, sceneggiatura e soprattutto individuazione di ciò che interessa al pubblico. Stop. Torno da Venezia abbastanza incazzato e con poche illusioni. Ma prometto che farò del tutto perchè gli occhi si aprano davvero e perchè tutte le housewife di casa nostra, donne e u0mini, il pubblico che ama cinema e tv, possano avere un volenteroso difensore civico, contro le sviste, le obliquità, lo sfocature, le vere e proprie cecità delle tv che si perseguitano e che vogliono a tutti i costi essere il solo pane quotidiano da sgranocchiare da sguardi sempre meno reattivi. Sarà bello incazzarci insieme.
Italo Moscati