La vita di Pupo è tutta un quiz, fino a Reazione a Catena
Quando si arriva a una certa età non è detto che si possa vivere di sole canzonette. Se Gianni Morandi è in grado di concedersi un one man show dopo l’altro su Raiuno ed Enrico Ruggeri ha una gallina dalle uova d’oro chiamata Il Bivio, programma graffiante nelle corde di Italia1, Pupo ha trovato nei
Quando si arriva a una certa età non è detto che si possa vivere di sole canzonette. Se Gianni Morandi è in grado di concedersi un one man show dopo l’altro su Raiuno ed Enrico Ruggeri ha una gallina dalle uova d’oro chiamata Il Bivio, programma graffiante nelle corde di Italia1, Pupo ha trovato nei giochi a premi la sua seconda possibilità. Sulle pagine di Leggo ripercorre la sua tumultuosa parabola professionale, simile a una scommessa andata a buon fine e degna per sua stessa ammissione di un miracolato che si rispetti:
“Non capisco se la Rai mi apprezza davvero o mi manda allo sbaraglio perchè una volta mi hanno fatto condurre Affari tuoi dopo i record d’ascolti di Bonolis e oggi mi danno un programma che sostituisce l’Eredità, ossia una garanzia. Ma io sono pronto, questo quiz è una vera novità e poi mi dà la possibilità reale di lavorare, cosa che ad altri non succede. C’è gente sotto contratto che non lavora, anche in Rai. E molti, in generale, non hanno niente da dire. Io in tv, se non ho niente da dire, non ci vado. Infatti me ne sono stato lontano un anno”.
L’ennesima scommessa di Enzo Ghinazzi, cantante, conduttore a sorpresa ma soprattutto amante del gioco d’azzardo, inizierà nel tardo pomeriggio del 2 luglio. Alle 19 circa, nell’ora calda del pre-serale televisivo, partirà su Rai1 la prima puntata di Reazione a catena (dopo due settimane di ritardo che ne hanno visto slittare la messa in onda a favore delle repliche-tappabuchi dell’Eredità). Peraltro il rivale Amadeus con il suo 1 contro 100 non godrà più del fortunato traino di Tempesta D’Amore, malauguratamente spostato nell’access prime time di Rete4 per dare filo da torcere ai Soliti Ignoti di Frizzi (e se invece sottraesse pubblico alla dirimpettaia Cultura Moderna?).
Il format di partenza di Reazione a Catena è il datato Chain Reaction, nato nel 1980 sulla NBC con il presentatore Bill Cullen e durato cinque mesi , poi ripreso nel 1986 con Geoff Edwards fino al 1991 sulla rete Usa network e dopo quasi 15 anni è riproposto in una versione moderna, tutt’ora in onda, sul canal Gsn nel 2006 con il giovane presentatore Dylan Lane. A produrlo per l’Italia la Sony – che detiene i diritti originali della formula – in collaborazione con Magnolia (una sinergia improbabile che ha fatto scoppiare un vero giallo).
Inizinalmente, infatti, sembrava che ad esportare Chain Reaction dagli Usa fosse stato Enrico Papi. Il quale aveva dichiarato a suo tempo, scatenando il temporale:
“Ho scovato il programma in America e ho pensato di prenderlo in società con Giorgio Gori. La prima proposta l’ho fatta a Mediaset, emittente dove lavoro, pensando che fosse un gioco interessante per il preserale di Italia 1, ma non è piaciuto. Cosi Gori l’ha offerto alla Rai che invece l’ha accettato”.
Tale paternità è stata poi sconfessata quando la Sony Pictures ha precisato che in Reazioni a catena il signor Enrico Papi non c’entrava per niente. E che era l’unica detentrice dei diritti del programma che deriva da due format americani: Chain reaction e Combination look.
Il meccanismo del gioco è tutto basato sulle catene di parole: si parte da una parola data e si collega ad altre secondo principi logici o lessicali, arrivando parola dopo parola a quella finale. A sfidarsi tra loro, due squadre su argomenti di ogni tipo.
Per saggiare la ricezione del prodotto, il conduttore l’ha testato nientemeno che fra le pareti domestiche, condividendo con il suo solito fare sornione il bilancio ottenuto:
“Reazione a catena l’ho provato a casa mia e l’ha capito pure mia moglie. Il gioco è semplice, alla gente piacerà. Ne sono certo”.
Noi, invece, siamo certi di una cosa. Che la Rai e Mediaset stanno facendo, almeno per quanto riguarda i quiz, un ottimo tentativo di sperimentazione, auspicato da anni e finalmente messo in atto sin dall’inizio dell’estate (e non da metà agosto come contentino poco proficuo).