Luisa Corna: Premio Farlocco (per la conduzione)
I premi televisivi sono meno inutili di quello che sembrano. A guardarli bene – anche se non proprio dall’inizio alla fine perché si rischia il collasso – si imparano grandi cose sulle effettive capacità dei loro cerimonieri. Quasi sempre presentatori improvvisati, messi lì fuori periodo di garanzia in mancanza dei veri professionisti e/o in virtù
I premi televisivi sono meno inutili di quello che sembrano. A guardarli bene – anche se non proprio dall’inizio alla fine perché si rischia il collasso – si imparano grandi cose sulle effettive capacità dei loro cerimonieri. Quasi sempre presentatori improvvisati, messi lì fuori periodo di garanzia in mancanza dei veri professionisti e/o in virtù della prima serata jolly prevista dal contratto.
Tra questi, c’è un’indecente Luisa Corna, volto familiare della domenica pomeriggio, che nella conduzione del Premio Barocco ha dato definitivamente prova della sua incompetenza (altro che crocerossina Rai come la vediamo in foto, è quando compare lei in video che bisogna chiamare come minimo un gastroenterologo).
L’evento era senza dubbio esclusivo, grazie alla parata di grandi miti del cinema come Catherine Deneuve o Giuseppe Tornatore. Che poi la pompa risultasse troppo autocelebrativa e i convenevoli sul palco un tantino stucchevoli è tradizione di ogni serata di gala che si rispetti.
Eppure, di fronte a un parterre così prestigioso ed elitario, si sentiva tanto la mancanza di una vera signora come Milly Carlucci, vecchia habitué delle premiazioni chic (oltre che delle frasi di circostanza).
Perché Luisa Corna ha superato ogni limite dell’amatorialità, risultando inadatta e impacciata in ogni fotogramma. Salvo le esibizioni musicali, che da anni giustificano il suo ruolo di promossa conduttrice senza risultare poi così imprescindibili, la sua guida della kermesse si è maldestramente distinta per una gaffe dopo l’altra.
Al momento della premiazione di Giovanni Minoli per il giornalismo e la tv, si è approcciata al suo interlocutore come se non sentisse neanche le sue risposte:
Minoli: “Dall’anno prossimo Raidue non vuole farmi rifare La Storia siamo noi”
Corna: “Quindi diciamo che lei può dirsi il re delle scommesse vinte. Bisogna aggiungere che Rai Educational fa 24 ore di programmazione l’anno. Ops, 240. Devo aver letto male”
Tra gobbo e cartelletta, non c’era speranza che una sola frase derivasse da una sua reale partecipazione all’evento. Quando è arrivato Ferzan Ozpetek l’ostentazione della propria cultura in materia ha toccato vertici di imbarazzo improponibili:
Corna: “Questa canzone è tratta da uno dei tuoi film. Aspetta…”
Ozpetek: “Sì, è Gocce di Memoria, de La Finestra di Fronte”
Corna: “Già, io conosco tutti i suoi film. Mi colpisce sempre l’idea ricorrente di una comunità”
Ozpetek: “Veramente la comunità è presente solo nell’ultimo, Saturno Contro. Forse un po’ nelle Fate Ignoranti, che è già diverso. Non in Cuore Sacro o La Finestra di fronte, che sono un’altra cosa”.
La stessa Corna sino a qualche anno fa se ne è andata a gambe levate dalla Grande Notte, incapace di sostenere un clima intelligentemente ironico che non le è mai appartenuto. Non a caso, sempre al Premio Barocco, si è cimentata in pessimi momenti comici con Ficarra e Picone e Nino Frassica, che hanno rinunciato sin da subito alla possibilità di avere una spalla.
Probabilmente, sarebbe accaduto lo stesso con conduttrici altrettanto balbettanti e incerte come Caterina Balivo o Eleonora Daniele. Tanto vale tenersi la proprietà di linguaggio e l’impeccabile padronanza della scena di Lorena Bianchetti, pur con tutti i suoi limiti da educanda.
Ma una cosa è certa: quando il Premio Sirmione lo conduce Carlo Conti, sarà pure estate, sarà pure l’ennesimo evento farlocco… ma si può stare decisamente più tranquilli. E in serate da dimenticare come quelle di ieri sera la sua presenza in Rai si fa sempre più desiderare. Per dire dove siamo arrivati.