Alex Infascelli, da regista a cameriere. Ma Vanity buca la sua firma del nuovo video di Emma
Il settimanale dedica un articolo al giovane professionista, ma omettendo la recente svolta pop della sua carriera.
Svista? Voluta omissione? Notizia bucata perché i numeri estivi dei settimanali chiudono (troppo) in anticipo? Qualunque sia il motivo per cui è stata dimenticata la sua ultima regia di grido, l’intervista a Alex Infascelli su Vanity Fair, firmata dal solitamente ottimo Andrea Scarpa, sa di “mistificatorio”.
Per chi non lo conoscesse Infascelli è uno stimato regista in declino, che ha trovato la grande consacrazione con il film Almost Blue (nel 2000 David di Donatello e Nastro d’argento).
Sua la regia di miniserie tv come Donne assassine e del tv movie per Sky Nel nome del male. Peccato che poi le sue tracce si siano perse:
“Oggi non sono niente. La mia disintegrazione professionale è iniziata nel 2006 con H2Odio, il film horror che assieme a Lorenzo Mieli abbiamo realizzato e distribuito in edicola con il Gruppo Espresso. Un successo: 58mila copie, a 12 euro. Ma avevamo dato un colpo troppo forte al sistema produttivo e distributivo italiano. Infatti, per non avere rogne, non ci hanno fatto più lavorare. Ed io, per tanti del giro, sono diventato un regista indipendente, uno fuori dal sistema. La verità è che sono un cane sciolto e non frequento i salotti giusti”.
Così, racconta Infascelli a Vanity, per qualche mese ha lavorato come cameriere per guadagnarsi da vivere:
“Avevo finalmente un lavoro con cui mantenere me e mia figlia di 8 anni. Lavoravo solo a pranzo. Per sei ore prendevo 40 euro netti più le mance. La migliore che ho avuto è dieci euro. A volte qualche cliente come Baricco o il politico Follino mi riconosceva e mi chiedeva se fossi il proprietario del locale, o se stessi preparando un film sui camerieri. A sentire la verità, ci stavano male. Forse perché temevano di fare la stessa fine. Alcuni sono rimasti così colpiti che hanno avuto il coraggio di lasciare la moglie o cambiare lavoro: avevano capito che nella vita si può sempre ripartire”.
Poi Infascelli dice di aver lasciato il ristorante per girare il documentario C’era una volta a Roma di Red Bull. Oggi, invece, ammette di vivere con 1350 euro al mese tra la rubrica che firma su Rolling Stones e un programma che conduce su Radio Rock (sulla scorta dell’esperienza maturata nel 2006 a Brand New, su Mtv).
Ha inoltre in ballo un progetto per Rai Cinema, Manuale di difesa personale, con interprete Francesco Mandelli. L’intervista termina qui, omettendo un passo importantissimo, che ha segnato una svolta nella carriera dell’alternativo regista.
Stiamo parlando della regia da lui appena firmata dell’ultimo video di Emma Marrone, Cercavo amore remix, nella tracklist del videogioco Just Dance 24 da ottobre.
Per campare si fa questo e altro, ma che Vanity non ne faccia minimamente cenno, facendo passare Infascelli per un puro espulso dal sistema, è un tantinello grave.