MasterChef 3: Federico Ferrero lavora per Barilla? La bufala corre sul web

La finale di MasterChef 3, andata in onda giovedì 6 marzo, ha scatenato una polemica molto gustosa. All’indomani del verdetto, Almo Bibolotti, il secondo classificato della terza edizione del talent culinario di SkyUno, sembrava non aver del tutto digerito la sconfitta, seminando il sospetto di scorrettezze messe in atto a suo danno per sfavorirlo. Sì, ma per quale motivo qualcuno avrebbe voluto “far vincere” Federico al posto di Almo? Inizialmente non si trovava risposta a questo interrogativo, ma poi, come ci ha segnalato anche qualche lettore nei commenti ai post su MasterChhef 3, sono spuntate in rete delle foto che ritraevano il buon dottor Ferrero negli uffici della Barilla. Le immagini erano corredate da articoli che gridavano al complotto. Vi si leggevano frasi come: “Federico lavora alla Barilla da due anni”. Quale sarebbe il problema? Nessuno. Se non fosse che proprio Barilla sia uno degli sponsor della terza edizione di MasterChef.

E mentre su internet si urlava “Vergogna!”, abbiamo voluto vederci chiaro, scoprendo che la realtà non cede sempre al complotto. O almeno, probabilmente, non in questo caso. Federico Ferrero è medico nutrizionista e, dando un’occhiata al suo ricco curriculum vitae, si evince che spesso abbia collaborato con aziende italiane come consulente alimentare, così come con l’Università di Torino (presso cui si è laureato con lode nel 1998).

Un bel giorno del 2012, Ferrero organizzò, in collaborazione con Idearti, agenzia di pubblicità di Arona, un workshop presso la sede parmense di Barilla in cui gli studenti di Economia e Commercio dell’Università di Torino hanno svolto un’esercitazione su un “caso” di HCFM (Healthcare Food Marketing) proposto dall’ufficio marketing dell’azienda.

Quindi due anni fa un certo Federico Ferrero, collaboratore dell’Università di Torino, fece un giro in Barilla per dare dritte di consulenza alimentare a giovani virgulti del marketing (che, nelle foto incrima(n)te mostrano pure fieramente un bel certificato di partecipazione al corso). Questa, almeno fino ad ora, è la realtà dei fatti, ovvero tutto ciò che si può affermare avendo delle “prove” sottomano. Per il resto, contattate pure Adam Kadmon.