Grande Fratello 13, l’autore Andrea Palazzo: “Il nostro lavoro è alimentare conflitti o complicità, ma i concorrenti non hanno copione” (VIDEO)
Il capo degli autori del reality show di Canale 5 risponde alle domande di TvBlog
A margine della conferenza stampa di presentazione della tredicesima edizione del Grande Fratello e prima di incontrare Alessia Marcuzzi nel suo camerino, TvBlog ha posto alcune domande ad Andrea Palazzo, il responsabile degli autori del reality show che torna su Canale 5 lunedì 3 marzo alle ore 21.10.
Quanto è difficile nel 2014 trovare personaggi vergini dal punto di vista televisivo? Voi dite sempre che i ragazzi del Gf rappresentano l’Italia reale, ma ogni volta scopriamo il loro passato, più o meno marginale, nel mondo dello spettacolo…
Indubbiamente esiste una difficoltà: la totale assenza di consapevolezza del programma e del suo meccanismo dei concorrenti delle prime edizioni non c’è più. È sempre più complicato trovare ragazzi che mantengano una loro autenticità. Se qualche ragazzo ha avuto esperienze, ha fatto il concorrente in un quiz, per noi non è un problema grossissimo. Diventa difficile da gestire nel momento in cui tutto questo toglie autenticità al ragazzo. È praticamente impossibile immaginarsi un cast lontano da questo tipo di mondo. Ormai i ragazzi mangiano pane e televisione, il fenomeno del ‘realitismo’ è diffuso. Si fanno riferimenti continui a linguaggi, codici che sono diventati di uso comune. È un’impresa ardua, ma noi ci proviamo tutti gli anni.
La pausa di quasi due anni è stata dovuta anche al calo di ascolti. Avete un’aspettativa di share?
Questo programma ha sempre avuto grandi aspettative. L’ultima edizione è stata decisamente meno felice dal punto di vista degli ascolti, è innegabile. Nonostante questo, abbiamo fatto 24 prime serate, con una media del 18%, non altissima, ma onorevole per un programma che era alla dodicesima edizione. La pausa fisiologica di questi due anni è servita a ripensare moltissime cose del programma. Le aspettative continuano ad essere altissime.
Cifre e fasce di riferimento non ci sono?
Per le cifre dovresti parlare con il direttore di rete. Noi facciamo di tutto per fare un programma che ci diverta. Saremo soddisfatti di fare qualcosa di molto diverso, non dal punto di vista degli ascolti, ma dei contenuti, rispetto al passato.
Si è parlato nei giorni scorsi dell’ipotesi di far entrare nella casa alcuni vip; si è fatto il nome di Cecilia Rodriguez, la sorella di Belen. Ci sono stati contatti in questo senso, magari anche in passato?
Quando lavoriamo ad una nuova edizione cerchiamo sempre qualcosa che possa risolvere un problema molto serio: il nostro gap è che i ragazzi sono sconosciuti per circa un mese. In passato abbiamo pensato che potesse essere divertente una miscela con volti più o meno conosciuti o ex concorrenti. La nostra reale ossessione è spiazzare e cogliere alla sprovvista i ragazzi all’interno della casa. Per questo non escludiamo niente, si naviga un po’ a vista. Al Gf l’imprevisto è sempre in agguato e noi dobbiamo fronteggiarlo, ma dobbiamo pensare anche a stimolarlo, a provocarlo l’imprevisto. Ecco perché l’idea del vip è circolata.
Quanto incide un autore sui comportamenti dei concorrenti?
Può incidere tantissimo o molto poco. I ragazzi sono molto liberi all’interno della Casa, non c’è nessun tipo di condizionamento particolare. Negli anni abbiamo affinato una tecnica, quando i ragazzi nel confessionale si relazionano con noi… ci sono state polemiche sulla possibilità di manipolare e pilotare, ma sono cose ingenue queste.
Anche abbastanze ovvie, è chiaro che un autore possa puntare su un determinato aspetto…
Il problema è che tu autore vieni regolarmente spiazzato perché i ragazzi sono estremamente autonomi. Non credo che troverai un concorrente di una passata edizione in grado di dirti che qualcuno gli ha dato un copione. Si tratta di lavorare su alcuni stimoli, le prove per esempio, che possono alimentare un conflitto o una complicità. Ma nulla più di quello. Il nostro lavoro si sviluppa sulla messa in scena, sul confezionamento dei filmati, sul come raccontare e punteggiare una certa emozione, ma a scriverla sono loro.