Sanremo 2015, Leone chiede consigli su Twitter
Il direttore di Rai 1 apre delle ‘consultazioni’ su Twitter e raccoglie suggerimenti per il prossimo Festival di Sanremo. Il risultato? A occhio, chi la vuole cotta e chi la vuole cruda…
Sanremo 2014 non è ancora finito, visto che qualche programma tv lo sta tenendo in vita artificialmente, ma il direttore di Rai 1 guarda, pragmaticamente, al prossimo Festival. Fazio sembra incline a una terza edizione consecutiva, almeno a sentirlo a Che Tempo che Fa: sarà l’adrenalina, sarà la voglia di rifarsi, sarà il desiderio di non darla vinta a chi gli ha tirato uno sgambetto, ma sembra davvero intenzionato a tornare all’Ariston per chiudere un ciclo con un ricordo ‘migliore’.
Di certo in questi giorni su Sanremo 2014 si è sentito dire di tutto di più, soprattutto su Rai 1, che non ha smesso di parlarne neanche oggi (nonostante la tradizionale no-stop domenicale dall’Ariston), visto che ‘a casa di Paola’ si è tornati sulle polemiche su ascolti, vincitrice (ha un brano ‘plagiato’?), conduttore, costi, giuria di qualità, regolamento, mentre i ‘minaccianti suicidi’ facevano il bis a casa di Barbara.
Leone, quindi, si affida a Twitter e, con un metodo molto ‘grillino’ (come nota qualche tweet), apre le consultazioni online, le ‘primarie del regolamento’, un sondaggio sui punti chiave del Festival per raccogliere indicazioni e consigli per la costruzione della prossima edizione.
Ho ricevuto molti commenti per il prossimo @SanremoRai . Facciamo ordine. Cominciamo con il numero di serate. Cinque sono troppe oppure no?
— Giancarlo Leone (@giankaleone) 24 Febbraio 2014
“Ho ricevuto molti commenti per il prossimo Sanremo. Facciamo ordine”
dice il direttore, prima di chiedere opinioni sul numero di serate, tipo di gara, numero di canzoni per cantante, presenza della giuria di qualità.
Risponde un po’ di tutto e si risponde con un po’ di tutto: partecipano attivamente, tra gli altri, Guia Soncini, Andrea Conti del Tgcom, Marta Cagnola, gli autori Giovanni Benincasa e Andrea Salerno, Paola Turci, con toni tra il serio e il faceto, come del resto ci si può attendere dal mezzo.
Concludo. 5 serate. Canzone unica. Giovani in gara da soli. Sistema misto di voto con giurati esperti di musica. Dopo Festival in tv.
— Giancarlo Leone (@giankaleone) 24 Febbraio 2014
sintetizza il direttore. E domani si continua.
Domani si continua sul prossimo @SanremoRai . Nel frattempo, se volete, dite la vostra. Con gentilezza, se possibile.
— Giancarlo Leone (@giankaleone) 24 Febbraio 2014
Risultato? La prova evidente che ciascuno ha una propria idea di Festival. Come dice Fiorello, l’Italia è un Paese di CT e di Direttori Artistici e sembra quasi che Leone voglia proprio far emergere tutte le opposte opinioni del ‘popolo’ tanto evocato in questi giorni. Del resto la stessa discussione sul numero di serate non è altro che un esercizio di stile, un modo magari per ‘capire’ che si dice sul web ma non certo per modificare la struttura del Festival, visto che la Convenzione firmata col Comune di Sanremo per il prossimo triennio prevede un Festival in cinque serate. E lo ricorda lo stesso Leone.
@SalernoSal @giovannincasa @lasoncini Comunque la convenzione triennale prevede 5 serate. Glielo dici tu a @lasoncini ?
— Giancarlo Leone (@giankaleone) 24 Febbraio 2014
La lettura è comunque interessante. Se da una parte si capisce una volta di più che nessuna formula è eterna, dall’altra, ça va sans dire, che non esiste una quadratura del cerchio. Ricordo ancora le polemiche per il podio di Pupo/Savoia/Canonici e la richiesta bulgara di un ridimensionamento del televoto anche per non falsare una gara che rischiava di essere monopolizzata dai beniamini dei talent. Ora non solo si discute della composizione della Giuria di Qualità, ma in alcuni salotti tv si discute del nocumento che provoca l’esistenza stessa della Giuria di Qualità. ‘Il potere deve tornare al pubblico, che deve scegliere il vincitore’.
A fronte di tutto questo la mia impressione è che il direttore Leone abbia aperto le ‘consultazioni’ sì per raccogliere suggerimenti, ma anche per dimostrare che c’è sempre chi la vuole cotta e chi la vuole cruda. E magari – ma è solo una mia supposizione – rispondere per vie telematiche a qualche salottino.
Domani si continua. Ma la risposta spesso, come diceva l’indimenticabile Quelo’, è dentro di noi (ed è sbagliata!)