Sanremo 2014, Gialappa’s accusata (ingiustamente) di aver offeso Rocco Hunt (VIDEO)
La replica del trio comico: “Non è vero che il web si è scatenato contro di noi, mentre in pochi ci hanno difeso, in realtà è accaduto esattamente il contrario”.
Sullo sfondo del Festival di Sanremo 2014, chiusosi ieri sera con la vittoria di Arisa, si è sviluppata nelle ultime ore una polemica tutta ‘virtuale’.
Venerdì (in apertura di post potete ascoltare le frasi incriminate, in fondo trovate l’audio integrale della puntata) nel corso di Noi dire Sanremo su Rtl 102.5 la Gialappa’s Band, peraltro critica nei confronti di questa edizione della kermesse canora, ha commentato l’esibizione di Rocco Hunt, trionfatore tra le Nuove Proposte, con il solito sarcasmo e cinismo. Quando il giovane rapper napoletanocampano ha invitato il pubblico sanremese ad alzare le mani, il trio ha detto:
Si, così passa il tuo compare e ciula i portafogli.
Poco dopo, la Gialappa’s ha ironicamente deriso e minimizzato il tema affrontato da Rocco Hunt in Nu Juorno Buono (in maniera quantomeno discutibile e sicuramente buonista) con un “la Terra dei Fuochi, ma che ce ne fotte”.
Frasi per nulla clamorose, né tantomeno scandalose (considerando il chiaro contesto scanzonato e dissacrante), che però a quanto pare hanno procurato fastidio in alcuni radioascoltatori, che lo hanno espresso sui social network. L’accusa – ai limiti del ridicolo – è di discriminazione territoriale-razziale (per usare una terminologia ormai diventata nota ai tifosi di calcio) nei confronti di un napoletanosalernitano doc come Rocco Hunt. Il trio comico su Facebook ha replicato a caldo:
Ci prendiamo tutti gli insulti ma permettetemi di dire che nessuna battuta aveva uno sfondo razzista e se si è capito ciò me ne scuso così come ho già fatto in onda….credo che la nostra storia possa confermarlo o qualcuno pensa che dopo quasi 30 anni siamo diventati improvvisamente razzisti? la battuta sui portafogli l’ho fatta io e l’ho fatta perché lui ha detto alzate tutte e due le mani…l’avrei fatta se fosse stato di Pisa, Milano, Stoccolma o Parigi….erano le mani alzate che me la suggerivano, liberi di crederlo o no ma trovate una cosa contro il sud in 30 anni di carriera….ho letto minacce di morte invece…quelle vanno bene? giuro che mi dispiace e non capisco ma se ci conoscete e siete in questa pagina saprete che vi sto dicendo il vero….
La notizia (o presunta tale) ha fatto il giro del web in poco tempo arrivando anche sulle testate nazionali, come Repubblica.it che sostiene che il web sia “insorto” e che scrive “se da una parte piovono complimenti sul giovane rapper, dall’altra sono davvero pochissimi quelli che tentano di giustificare la Gialappa’s. Da un sito all’altro prevalgono rabbia e indignazione e la testimonianza audio fa il giro della rete”. Una cronaca sensazionalistica di ciò che realmente è accaduto. La Gialappa’s pochi minuti fa è tornata sulla questione attaccando proprio il sito del quotidiano diretto da Ezio Mauro:
Non avremmo mai immaginato di dovere dare ragione a Beppe Grillo, ma la qualità dell’editoria in questo paese ha davvero raggiunto livelli molto bassi. Ieri Repubblica.it ha riportato in modo falso e tendenzioso la notizia sulle polemiche che si sono scatenate in rete, in seguito ad alcuni nostri commenti durante la cronaca in diretta da Sanremo. Non è vero che il web si è scatenato contro di noi, mentre in pochi ci hanno difeso, in realtà è accaduto esattamente il contrario. Abbiamo subito un attacco raid down organizzato in pochi minuti attraverso la rete, da persone che non stavano neppure seguendo la trasmissione, quindi, sulla base di pezzi di frasi riportate, montate ad arte e stravolte nel senso, ma si è trattato di poche centinaia di persone, mentre altre migliaia, che invece stavano seguendo la trasmissione e hanno capito perfettamente il senso delle battute, ci hanno difeso e mostrato la loro solidarietà. Ci è sembrato quantomeno inopportuno che una testata nazionale riportasse una notizia manipolandola ad arte, senza neppure interpellare i diretti interessati (…) Chiudiamo qui questa spiacevole polemica, sperando che il nuovo sport nazionale del cyber tiro al piccione passi presto di moda.
Ora, chiunque è libero di sentirsi offesi per quel che gli pare, ma una testata giornalistica dovrebbe essere sempre in grado di contestualizzare i fatti e le frasi e di attribuirne il corretto peso, tenendo in considerazione sempre in principio-guida del buon senso.