Sanremo 2014, Duccio Forzano: “Col sipario rotto ho pensato ‘E ora che si fa?'”
Dopo mesi di progetti e settimane di prove la diretta porta con sé un inizio pieno di imprevisti per il regista di Sanremo 2014, che non perde il sorriso.
Duccio Forzano ha avuto la forza di affacciarsi a Uno Mattina intorno alle 9.30 per raccontare a Elisa Isoardi cosa è successo ieri nella prima serata di Sanremo 2014 e come è stato vissuto il tutto dalla cabina di regia.
Di certo qualche chilo il buon Forzano l’ha perso subito, quando l’immenso sipario non si è alzato. In realtà, racconta il regista, la catena di ‘imprevisti’ è iniziata ancora prima:
“Ieri sera tutto è partito con l’imprevisto. Prima la doppia sigla dell’Eurovisione che si accavalla per un’incomprensione, poi il sipario che non si alza e Fazio che nello sbigottimento generale prende in mano la situazione, entra sul palco e inizia a parlare. E’ stato davvero molto bravo”.
Ovviamente il momento più complicato è stato il doppio minacciato suicidio:
“Fabio è stato un gigante a mantenere il sangue freddo. All’inizio è stato come qualcuno che ti chiama e non sai dov’è e così ti giri intorno a cercare da dove arriva la voce. Poi abbiamo capito dov’erano e siamo ‘andati a prenderli’ “
nel senso di averli inquadrati e di aver quindi seguito gli eventi.
E se è vero che tutti cercano sempre un colpo di scena per dare uno ‘sprint’ a uno show, Forzano ci tiene a sottolineare che di imprevisti ne farebbe anche volentieri a meno:
“Io un colpo di scena e un imprevisto così non l’avrei voluto. Va bene una macchina che si impalla, che si rompe, ma avere una sipario di quelle dimensioni che non si apre… Ti fermi e pensi “Mo’ che si fa?”. Hai l’orchestra dietro, tutto il backline musicale dietro, il sipario non si alza… Chiudi tutto e il festival non lo fai?”.
Momenti di vero panico dietro le quinte e Forzano non può che ringraziare tutti quelli che ieri hanno permesso che si portasse a casa la serata, dalla squadra degli autori al direttore delle luci, dai macchinisti “che hanno patito le pene dell’inferno per quel sipario” agli operatori. Il Festival dietro le quinte e in regia è tutta un’altra cosa: il vero #DopoFestival dovrebbe mostrare proprio questo.