Secchioni si nasce, macchiette si diventa
Chi nasce secchione, a parere del sottoscritto, dovrebbe morire tale. La vita da topo di biblioteca, che consulta solitario le sudate carte e trova nella cultura un elemento di distinzione anzichè di isolamento, non è detto sia più deprecabile dell’inesausta posa narcisistica di un fotomodello in carriera. Nè è sempre detto che rintanarsi nella torre
Chi nasce secchione, a parere del sottoscritto, dovrebbe morire tale. La vita da topo di biblioteca, che consulta solitario le sudate carte e trova nella cultura un elemento di distinzione anzichè di isolamento, non è detto sia più deprecabile dell’inesausta posa narcisistica di un fotomodello in carriera. Nè è sempre detto che rintanarsi nella torre d’avorio sia la soluzione migliore, visto che si rischia così di perdere il contatto con la realtà.
Basterebbe che ogni personaggio, prima che ogni persona in sè, mantenesse un po’ di coerenza. Quantomeno per avere un pizzico di fiducia in più nella verità del mezzo televisivo (oltre che nel prossimo).
Ma come si può resistere incolumi alla squallida performance markettara di Omar Monti, che rinnega mesi di imbranataggine e maldestra ingenuità per competere in sex appeal con Rocco Siffredi (il primo capitolo della saga dello spot di Amica Chips, la patatina che tira, di cui Rocco era testimonial, aveva suscitato scandalo. Ne abbiamo parlato un paio di volte qui su tvblog e abbiamo pubblicato anche la lettera di un nostro lettore in merito, ndR)?
Ci eravamo affezionati a lui e al suo status di uomo medio, fiero della sua pancetta e senza alcun pudore nel dimostrarsi inetto con l’altro sesso (ricorderete che il primo bacio lo avrebbe dato in tv alla stessa Panicucci). Ma La pupa e il secchione, più che ogni altra castroneria catodica, ha inaugurato il filone del reality come gioco delle parti e lo scoprire via via le recondite ambizioni televisive di Monti ne è stata solo la prova lampante. Ora, smentita ogni voce di una sua effettiva conversione al porno, lo vediamo girare con il pizzettino di grido, attorniato da belle donne e pronto a trasformarsi nel suo presunto alter ego a cui sarebbe legato dalla comune passione per la patatina.
I doppi sensi si sprecano ma, diciamo la verità, Rocco Siffredi ha tutta la nostra ammirazione (senza pregiudizi) per aver tenuto fede al suo mestiere tutta la vita, senza svolte realitistiche o scrupoli di coscienza. Mentre Omar Monti fa parte di quella categoria di uomini tristi, che per i soldi venderebbero anche la propria identità (se non l’hanno già fatto o ne hanno mai avuta una prima). Per fortuna di tanto in tanto qualcuno si sottrae a questo squallido teatrino commerciale, vedi l’ex compagno di leva catodica Durante, fermatosi in tempo prima che la sua reputazione andasse a pu…pe.