Amadeus alla riscossa: “Ho bisogno del Fattore C”
Se dovesse andar male un’altra volta, questa volta scappa all’estero. Magari in Francia, visto che a Parigi ha registrato la puntata pilota di 1 contro 100 e lo hanno invitato (scherzando) a mettersi a studiare la lingua per trasferirsi da solo. Eppure Amadeus, dalle pagine di Vanity Fair, pare più fiducioso, è sicuro di non
Se dovesse andar male un’altra volta, questa volta scappa all’estero. Magari in Francia, visto che a Parigi ha registrato la puntata pilota di 1 contro 100 e lo hanno invitato (scherzando) a mettersi a studiare la lingua per trasferirsi da solo. Eppure Amadeus, dalle pagine di Vanity Fair, pare più fiducioso, è sicuro di non aver fatto errori e che andrà tutto bene. Al contrario, è pronto a riconoscere il flop su tutta la linea di Formula Segreta, da cui ci ha rimesso parecchio, a partire da tutti i soldi che si guadagnano con tre telepromozioni a puntata (gli è rimasto solo il cachet garantito dall’azienda pari alla metà di quanto previsto). Stanco di essere pagato per far nulla, l’ex dj è finalmente disposto a un esame di coscienza:
“Non si conclude un programma a fine giugno, su Raiuno, per partire con uno nuovo a settembre, su Canale5. La gente non si orienta più, non capisce chi sei, quello che fai e dove. E poi non ho detto tutta la verità. A fine agosto avevo già capito che quel quiz non funzionava, che avevo bisogno di altro tempo, ma non l’ho detto ai dirigenti dell’azienda. Pensavo di farcela lo stesso. Ho peccato di presunzione. Dovevo essermi rinconglionito. Avevo sottovalutato tutto”.
A quanto pare, la lezione deve essergli servita, perchè quando le cose vanno sempre bene si finisce per credere di essere dei fenomeni e ora gli si impone l’obbligo di assumersi la responsabilità dei propri fallimenti. Peccato che fino a qualche mese, a botta calda, aveva accusato gli autori di aver fatto un cattivo lavoro, perchè impegnati su un altro fronte altrettanto tormentato come il Fattore C di Bonolis (a detta di Amadeus anticipato di un mese rispetto ai piani).
Ora, pur ribadendo di essere il primo artefice della sua difatta, ha preferito cambiarli perchè rinnovare fa bene. Il suo agente Lucio Presta lo ha accompagnato in giro per l’Europa per trovare il format giusto, questa volta ben rodato all’estero visto che nella tv italiana non ci sono i soldi nè il tempo per farlo.
L’obiettivo di ascolto che soddisferebbe Amadeus è almeno il 23% e l’altrettanta prerogativa di cui non può fare a meno, a differenza del precedente quiz, è la presenza al suo fianco della compagna Giovanna Civitillo, reduce da un tentativo di sdoganamento nel disastroso Comedy Club di Italia1.
A Mediaset, dunque, Amadeus è stato chiamato solo per fare quiz di qui a tre anni. Vista la mancanza di altri stimoli professionali, l’Eredità di Raiuno un po’ gli manca e se l’ha lasciata, a malincuore, è un po’ per soldi e un po’ perchè non si sentiva considerato. Ancora una volta lo sentiamo rinfacciare di non aver avuto conduzioni extra, come Sanremo, di essere stato ingiustamente cacciato da Music Farm per lasciar posto alla Ventura, nonostante i suoi ascolti fossero eccellenti e poi invece siano precipitati, di aver subito un brutto trattamento agli Oscar della Tv da Daniele Piombi e Milly Carlucci, che in quell’occasione non si presentarono sul palco a premiarlo.
Il vero cruccio di Amadeus è che certi giornali non lo hanno mai pompato come hanno fatto con altri, trattandolo sempre con aria di sufficienza. Nei giorni della disfatta l’unico che si faceva sentire tutte le mattine era il suo agente, ma ricevette anche attestazioni di solidarietà da Fiorello, Paola Perego, Claudio Lippi, Giancarlo Magalli, Carlo Conti, Giorgio Gori. Mentre aspetta ancora la telefonata di Gerry Scotti, con cui ha sempre avuto un rapporto burrascoso. Sarà, forse, perché questo passaggio di testimone non s’ha da fare e il leader del preserale di Canale5 non ha intenzione di abdicare al suo primato?
Tra tanti risentimenti, un messaggio importante, in quest’intervista rilasciata da Amadeus, traspare:
“Ci vuole fortuna per avere successo. E mi piacerebbe che altri miei colleghi lo ammettessero. Oggi sembrano tutti fenomeni, sempre pronti a prendersi ogni merito, quando le cose vanno bene. Altrettanto pronti a incolpare gli altri, quando vanno male. Un po’ più di umiltà ci vorrebbe. Per farcerla non basta la bravura”.