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Cda Rai – Anna Maria Tarantola e i proclami

I punti programmatici della linea d’azione individuata dal Presidente della Rai: pluralismo, eticità, servizio pubblico, merito e valorizzazione di giovani e donne.

pubblicato 22 Luglio 2012 aggiornato 4 Settembre 2020 03:12

Colpisce molto, il discorso di insediamento di Anna Maria Tarantola, che è formalmente diventata Presidente della Rai (con qualche potere in più dei suoi predecessori).

Colpisce perché contiene esattamente quel che ci si vorrebbe sentir dire in un discorso di insediamento dal nuovo Presidente della Rai. E quindi, è bene prendere appunti e ricordarselo per il futuro. La versione integrale la trovate sul sito ufficiale della Rai, nella sezione dedicata al Cda. Qui, al di là dei fronzoli, ci interessa individuare i punti programmatici.

  • Una buona governance che si fondi su una chiara distinzione di ruoli e di responsabilità, senza sovrapposizioni, aree grigie, interferenze;
  • Una situazione economico-finanziaria-patrimoniale in equilibrio e sostenibile nel tempo, che consenta di conseguire anche un nuovo e profittevole posizionamento sul mercato;
  • Una gestione aziendale basata sull’autonomia e sul merito, che sappia valorizzare, stimolare e premiare le professionalità e i talenti, attenta ai giovani e alle donne.
  • Una linea editoriale rispettosa del pluralismo, dell’eticità, della responsabilità, sempre attenta alla finalità pubblica; una linea editoriale che ridia forza e ulteriore significato alla dignità e alla presenza della donna;
  • Una forte condivisione di obiettivi da parte di tutti noi: del Consiglio, della direzione, dei dirigenti, dei giornalisti, dei colleghi tutti. Fare squadra, una squadra coesa e determinata.


Sono punti programmatici che personalmente mi appenderò in bella vista, per riguardarmeli ogni volta che sarà il caso.

Mi auguro, questo è certo, che vengano rispettati.

Ma sono molto curiosi di vedere come farà la Tarantola a eliminare le interferenze politiche dal suo cda (politicissimo) e come farà a trasformare un consiglio d’amministrazione in cui convivono opposti come Antonio Verro e Gherardo Colombo in una squadra coesa.

Sono curioso di vedere come opererà per arrivare a ottenere una situazione economica soddisfacente, che però non penalizzi la Rai sul mercato (per cominciare, suggerirei di risolvere la questione dello stipendiuccio da 650mila euro l’anno di Gubitosi, per dirne una). Quindi, cercando di risparmiare ma senza rinunciare a investire, immagino.

Sono curioso di assistere alla radicale trasformazione che la Tarantola ha in mente per l’azienda: parole come merito e autonomia fanno sorridere, se si pensa che raramente capita di assistere a grandi ascese in Rai senza che si afferisca a questa o quella area politica, senza questo o quel “padrino” (in senso buono, s’intenda). Allo stePsso modo, mi piazzerò molto volentieri davanti al televisore per assistere alla valorizzazione dei giovani e delle donne che vorrebbe la Tarantola.

Infine: il pluralismo. L’eticità. La responsabilità. La finalità pubblica.

Proclami bellissimi, intendiamoci. E, come detto, tutti condivisibili. A questo punto, ne attendiamo tutti con ansia l’attuazione.

Rai 1