Cda Rai – Le polemiche su Luigi Gubitosi e quei 650mila euro l’anno
Il nuovo direttore generale vorrebbe con sé tre nuove figure dirigenziali esterne. E prende 650mila euro l’anno.
Non poteva che finire in polemica, la nomina a d.g. di Luigi Gubitosi. Le premesse c’erano tutte, diciamolo: fin da quando il premier Mario Monti lo aveva indicato come direttore generale in maniera del tutto irrituale (non è facolta del Ministro del Tesoro, l’indicazione del direttore generale, ma solo quella del presidente).
Ora, però, cominciano ad esserci i primi malcontenti. Perché c’è lo stipendio da 650mila euro l’anno (con un contratto che è già sotto l’esame della Corte dei Conti). Ci sono le voci di tre dirigenti che Gubitosi si vorrebbe portare dall’esterno (un nuovo Capo della Comunicazione, il capo dello staff del d.g. e il capo del personale, da Wind, da Telecom e da Bank Of America) e che andrebbero a sostituire tre figure già esistenti, o comunque che impedirebbero più economici e convenienti incarichi interni (è solo una voce, per carità, ma una voce a mezzo stampa e senza smentita, che proviene da Quotidiano nazionale).
Insomma, un Cda che deve fare una Spending Review sul servizio pubblico televisivo deve cominciare a fare i conti con il fatto che non sta facendo spending review al suo interno. Ma soprattutto, siamo proprio sicuri che sia questa la strada giusta?
Siamo proprio sicuri che il taglio indiscriminato operato da chi non ha competenze in materia televisiva possa davvero diventare un toccasana per la Rai? Che i problemi si annidino esclusivamente negli sprechi?
O piuttosto – la butto lì – c’è da rivoluzionare completamente una mentalità?
Non è che per salvare la Rai bisognerebbe, per esempio, eliminare le rendite di posizione? Investire sull’innovazione, sulle case di produzione realmente indipendenti, sulle idee nuove e sulla sperimentazione (non quella scritta sui comunicati stampa, quella vera), invece di investire sugli stipendi dirigenziali di chi poi deve tagliare?