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50-50: non tutti i game show riescono col buco

Mentre Canale5 pubblicizza il nuovo quiz del preserale, Jackpot, vale la pena sommermarsi un attimo su ciò che la rete sta proponendo attualmente, 50-50, o Fifty fifty (come lo si voglia chiamare) con Gerry Scotti. Va premesso che, indipendentemente dal tipo di quiz che gli viene affidato, Gerry riesce ad essere simpatico e professionale contemporaneamente,

14 Maggio 2008 16:32

Mentre Canale5 pubblicizza il nuovo quiz del preserale, Jackpot, vale la pena sommermarsi un attimo su ciò che la rete sta proponendo attualmente, 50-50, o Fifty fifty (come lo si voglia chiamare) con Gerry Scotti. Va premesso che, indipendentemente dal tipo di quiz che gli viene affidato, Gerry riesce ad essere simpatico e professionale contemporaneamente, con quella sua faccia da bonaccione unita a un’ottima cultura e a una cordialità e garbo che ne fanno una garanzia di conduzione riuscita. Ad essere “sotto processo” infatti non è certo il conduttore, quanto invece un format scadente e noioso che “nulla potrebbe” anche se ne venissero testate versioni con presentatori ancor più amati e venerati di lui (ma ne esistono davvero?).

La curiosità che si era sviluppata attorno al nuovo quiz era molta, soprattutto perché in parte il meccanismo del gioco (che è già stato ottimamente spiegato dal nostro Kaos) ricorda il più fortunato e godibile Chi vuol essere milionario, uno dei cavalli di battaglia dello stesso Scotti, anche se questa volta a tentare di guadagnarsi il montepremi finale è una coppia anziché il singolo concorrente. Aspettative a parte, fin dalla puntata d’esordio ci si è resi conto che qualcosa stentava a decollare, ma la colpa poteva tranquillamente essere data al mancato rodaggio, trattandosi di un format nuovo di zecca.

Ad oltre tre settimane dall’inizio però le pecche viste nel corso della prima puntata hanno trovato tutte conferma. I minuti iniziali del quiz, fino al momento in cui la coppia in gara ha “formato” il potenziale montepremi che si giocherà nella fase finale, risultano abbastanza veloci e per questo più interessanti, salvo meditazioni eterne di qualche concorrente (l’assenza di un tempo limite è una delle pecche principali di molti quiz italiani). E’ nella seconda, lunghissima, parte che il quiz mostra le lacune più gravi e invoglia più e più volte lo spettatore a cambiare canale.

Il momento di conoscere il risultato finale sembra non arrivare mai. Le domande che vengono rivolte alla coppia sono solamente cinque, perciò la manche in sé potrebbe durare non più di qualche minuto. Nel caso di concorrenti particolarmente svegli e poco dediti alla meditazione pre-risposta infatti, i tempi si restringono così tanto che per allungare il brodo Gerry è costretto ad inframezzare le varie domande con pause infinite che paiono pesare anche al conduttore. Terminate le cinque domande, la stessa lentezza si avverte nella fase di verifica, quando entrambe le opzioni delle domande appena fatte vengono mostrate all’ignaro concorrente in gara, ma purtroppo nuovamente anche al pubblico, che le aveva appena udite.

Questo spegne completamente quel poco pathos che si era creato, e “l’effetto immedesimazione” che questo tipo di quiz dovrebbero dare allo spettatore viene completamente a mancare. E’ proprio questo a rovinare il format, la sequenzialità di eventi che fanno in mondo che l’attenzione del pubblico a poco a poco venga meno. E ciò potrebbe essere ovviato riducendo sensibilmente la durata totale del quiz, mantenendone però la struttura: questo porterebbe ad una migliore gestione del tempo dedicato alle singole manche, riducendo di conseguenza pause e momenti “morti”.

Parlando per un momento di dati d’ascolto, quello che traspare chiaramente dalle prime tre settimane di programmazione è una progressiva disaffezione al quiz. Partito con oltre 4 milioni di spettatori ed un piccolo vantaggio su Alta tensione di Carlo Conti, ha dovuto poi cedere il passo al concorrente, con ascolti dimezzati nella prima parte e un sensibile calo anche nei minuti pre-tg. Vien da chiedersi se la rete intenda proporlo nuovamente in futuro, magari non in periodo di garanzia. Stando alle cifre attuali, la risposta pare essere negativa.

Canale 5Gerry Scotti