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Blob maggiorenne: Don’t panic!

Il 17 aprile 1989 su Rai Tre andava in onda per la prima volta il programma cult per eccellenza della televisione italiana: Blob. Il titolo del programma, ideato da Enrico Ghezzi e Marco Giusti, è ispirato al film diretto da Irvin S. Yeaworth Jr. nel 1958 “Blob – Fluido mortale” in cui si racconta l’invasione

pubblicato 17 Aprile 2007 aggiornato 6 Settembre 2020 07:48

Il 17 aprile 1989 su Rai Tre andava in onda per la prima volta il programma cult per eccellenza della televisione italiana: Blob.
Il titolo del programma, ideato da Enrico Ghezzi e Marco Giusti, è ispirato al film diretto da Irvin S. Yeaworth Jr. nel 1958 “Blob – Fluido mortale” in cui si racconta l’invasione della terra da parte di una strana creatura informe che assorbe gli uomini e gli animali. Viene facile l’analogia con la programmazione televisiva che negli anni ’80, con il moltiplicarsi dei canali e la fine del monopolio pubblico, venne completamente rivoluzionata occupando pian piano tutte le fasce orarie fino a diventare come oggi un flusso, appunto, ininterrotto di immagini. Molti critici tendono a parlare di Blob come un programma di metatelevisione, un tipico esempio di quel vizio tutto neotelevisivo che è appunto l’autoreferenzialità.
In realtà Blob più che essere un format che parla di tv si configura come un vero e proprio de-format dei programmi tv e di tutto quello che spesso viene definito surrogato. Blob è l’apologia dello zapping, è l’esempio di come de-costruire qualsiasi prodotto televisivo ed è l’unica via di salvezza e purificazione di qualsiasi palinsesto e di chiunque almeno una volta è apparso in tv.

“Ci sentiamo globalmente anarchici. Per fortuna continuano ad accusarci di essere qualunquisti o oggettivamente di destra, come si suole dire. Noi non ci difendiamo, ma resistiamo”. ha detto Ghezzi ai giornalisti che hanno partecipato alla festa tenutasi in Rai. Una festa che culminerà con la puntata speciale “Don’t panic” in onda alle 23:50 il 24 aprile con gli auguri di Prodi e Berlusconi (par condicio permettendo).