Home Braccialetti rossi Braccialetti Rossi, Aurora Ruffino a TvBlog: “È una fiction importante anche per i genitori” (VIDEO)

Braccialetti Rossi, Aurora Ruffino a TvBlog: “È una fiction importante anche per i genitori” (VIDEO)

L’intervista di TvBlog ad Aurora Ruffino, interprete di Cris in Braccialetti Rossi, da domenica su Rai1

25 Gennaio 2014 09:23

È nel gruppo degli attori giovani la più esperta e conosciuta. A 24 anni compiuti infatti Aurora Ruffino può vantare esperienze al cinema in film quali La solitudine dei numeri primi e Bianca come il latte, rossa come il sangue e sul piccolo schermo in Questo nostro amore. In Braccialetti Rossi, la serie in partenza domenica 26 gennaio 2014 alle ore 21.10 su Rai1 la Ruffino interpreta Cris, la ragazza (che soffre di disturbi alimentari) del gruppo dei giovanissimi malati dell’ospedale in cui è ambientata la storia.

TvBlog l’ha incontrata negli scorsi giorni e così come successo con Laura Chiatti, l’ha intervistata.

Aurora, sei nel gruppo dei ragazzi, però sei anche la più esperta, direi quasi un volto affermato…

Ho un po’ più di esperienza rispetto ai ragazzi, però non è una responsabilità che ho sentito. Da subito abbiamo formato un gruppo bellissimo, abbiamo vissuto insieme per 4-5 mesi 24 ore su 24. Non la sentivo questa differenza, spesso loro hanno aiutato me. Non abbiamo lavorato, abbiamo vissuto la vita vera dei personaggi.

C’è secondo te la ricerca mirata da parte della fiction del pubblico più giovane, attraverso ad esempio la musica pop che fa da colonna sonora?

È vero che molte canzoni sono pop e famose, però in realtà è una fiction veramente per tutti. È molto importante anche per i genitori e per chi nella vita reale deve stare vicino a persone che non stanno bene. È una fiction che aiuta a capire quanto è importante stare uniti e non mollare i malati.

Interpretare un personaggio del genere e affrontare un tema così delicato è stato per te complicato, pesante o lo hai trovato naturale?

Naturale no, perché Cristina è una ragazza anoressica e per interpretarla ho lavorato sulla psicologia, mi sono ricreata i suoi pensieri, la sua storia, la sua infanzia. Ho cercato di capire perché lei si trovasse in quelle condizioni. Ho fatto tanta ricerca, ho parlato con persone che hanno avuto questo problema, ho letto libri. È stato un lavoro duro che mi ha fatto scoprire cose che non sapevo su una malattia che non conoscevo. È stato molto intenso e importante per me.

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