Un brutto Colpo (di Genio)
Vi risparmierò, per questa volta, la mia feroce critica di una trasmissione che si stronca da sola. Colpo di Genio (di cui vi proponiamo una foto del backstage inviataci da un infiltrato anonimo) non è semplicemente partito male, ma è letteralmente naufragato in un vortice di maldestro dilettantismo da preistoria della tv. Per rendervi meglio
Vi risparmierò, per questa volta, la mia feroce critica di una trasmissione che si stronca da sola. Colpo di Genio (di cui vi proponiamo una foto del backstage inviataci da un infiltrato anonimo) non è semplicemente partito male, ma è letteralmente naufragato in un vortice di maldestro dilettantismo da preistoria della tv.
Per rendervi meglio l’idea, ecco un sunto comparativo dei principali interventi giornalistici pubblicati quest’oggi sulla trasmissione.
Gianni Zecca di Affari Italiani parla di una Ventura naif al centro di un revival flop:
“Se i suoi modi naif, e a volte volutamente dissacratori, potrebbero dare una scossa al concorso di Salsomaggiore, tuttora sospeso in un’atmosfera da paese incantato, poco si sposano con “Colpo di genio”, dove c’è la pretesa della divulgazione scientifica. In una situazione del genere, il suo massimo apporto è una battutaccia”.
Se lo show, dunque, è inadatto di suo per la totale mancanza di appeal inventivo nell’era del progresso tecnologico, la conduttrice più chiacchierata dei media conferma la sua maldestra convinzione di presenziare (che è diverso dal presentare in modo più o meno raffazzonato) ad un un contesto istituzionale.
Probabilmente il valore aggiunto casalingo di Antonella Clerici e la precisione sempre più impeccabile di Carlo Conti avrebbero assicurato maggiore tenuta ad uno show che non vive certo di imprevisti.
Eppure, come sottolinea il giornalista sopra citato, l’irriverenza svogliata della Ventura è diversa dal brio professionale di Paolo Bonolis e alla lunga diventa persino irrispettosa.
La stessa mozione ci arriva da un nostro lettore, Enzo, che stigmatizza il cattivo trattamento ai danni di un concorrente della prima puntata:
“Uno dei concorrenti inventori è stato oggetto di uno scherzo di pessimo gusto da parte degli autori, che hanno mandato in onda il filmato del suo provino a sorpresa e a titolo di puro scherno gratuito. Il concorrente in questione era il 70enne Giulio, che presentava un’invenzione in grado di massaggiare in piedi le gambe gonfie; di fronte al suo gentile rifiuto di togliersi i pantaloni in diretta televisiva per la dimostrazione pratica, Simona Ventura si è inizialmente offerta e prodigata in prima persona ma poi ha mandato, a sorpresa, il filmato del provino in cui Giulio si era tolto i pantaloni con disinvoltura, con un commento musicale ironico (la musica del film “9 settimane e 1/2”) e immagini al rallentatore. Alla fine del filmato, Giulio ha accennato la propria contrarietà in tono offeso, ma la Ventura lo ha blandito con distacco elogiando la disinvoltura dimostrata nel filmato; lui da quel momento in poi ha assunto un’espressione scurissima, e la cosa è stata sottolineata unicamente da fugaci inquadrature e dai giurati, che tra l’altro lo hanno promosso proprio con argomentazioni di sostanziale consolazione in riferimento allo spettacolo offerto da quel filmato. Uno scherzo insomma gratuito, anche perché estraneo al meccanismo del gioco; è vero che la conduzione di Simona Ventura impone di aspettarsi una certa vena d’ironia irriverente, ma il destinatario di uno scherzo imprevisto ha il diritto di offendersi e di ricevere considerazione per la propria sensibilità, magari insieme a cortesi scuse, anziché venire sminuito e blandito con distacco da una conduttrice che ormai incarna sempre più il ruolo di “salace scorretta”.
Anche la Comazzi su La Stampa non ha riservato parole lusinghiere al prodotto:
“Un colpo di Genio perdente, un programma appena mediocre. Chi soprattutto guarda la tv in prima serata? Le donne, casalinghe. Che poi i pubblicitari non conoscano bene le donne, casalinghe, è faccenda probabile: coazione a ripetere è la scelta più facile. La conduttrice in nero, tesa e mesta, esalta il baraccone azzurro chiamandolo patria della creatività; più che creatività c’è bizzarria, o scioccheria. Poi c’è Teocoli. Ah, Teocoli. Non gli hanno dato un programma tutto suo, peccato”.
E infine Di Pollina, maestro di sobrietà, rimarca su Repubblica la fissazione del rimpianto passatista senza possibilità innovative:
“Il punto è che la famosa commistione tra vecchio e nuovo porta il solito ibrido in cui si finisce col rimpiangere il passato – bei tempi la Ventura, Teocoli e la Gialappa’s – senza capire com’è fatto il presente e figuriamoci il futuro. Fermo restando che conta riempire due ore di tv, e andare oltre senza chiedersi chi mai ricorderà un giorno performance di questo tipo”.