Campioni, dopo il sogno l’incubo dell’anonimato
Che ne è stato del Cervia? Chiuso il capitolo Campioni, in pochi si saranno presi a cuore i destini della prima squadra ‘rilevata’ dalla televisione. A pensarci è La Stampa, con un interessante articolo che svela l’attuale stato di débacle del club.“Una volta tra i dilettanti c’era Campioni. E i Campioni erano tutti giovani, belli,
Che ne è stato del Cervia? Chiuso il capitolo Campioni, in pochi si saranno presi a cuore i destini della prima squadra ‘rilevata’ dalla televisione. A pensarci è La Stampa, con un interessante articolo che svela l’attuale stato di débacle del club.
“Una volta tra i dilettanti c’era Campioni. E i Campioni erano tutti giovani, belli, depilati, tatuati, disinvolti. Una volta c’erano troupe, registi, le telecamere di Italia 1, edizioni speciali dei Tg di ogni rete, c’era lo share, la pubblicità, lo sponsor, i picchi d’ascolto, teenager urlanti, convulsioni, lacrime, deliri e ragazzine adoranti. Il primo reality applicato al calcio ebbe un successo iniziale straordinario, applausi, claque, battimano e complimenti a tutti. Poi, improvviso il declino, traumatico, inarrestabile, senza spiegazioni. C’era una volta il Cervia targato Vodafone-Mediaset, ora non c’è più”.
Come sottolineato sempre nell’articolo in questione, la scommessa televisiva di Mediaset ha trovato il suo epilogo con la sostituzione di Ilaria D’Amico con Daniele Bossari, non a caso conduttore di Azzardo. Mediaset, infatti, ha riportato uno dei flop televisivi più clamorosi di ogni epoca, uno di quelli che fanno storia, ammesso da Piersilvio Berlusconi in persona. I primi segni di cedimento si sono riscontrati quando gli ultrà del calcio dilettantistico fecero gruppo alzando striscioni denigrativi contro il market catodico.
Svanito l’effetto dell’ubriacatura da reality show, la squadra portata al successo da Ciccio Graziani si ritrova senza più soldi e giocatori. Senza ignorare che è a un passo dalla retrocessione: 22 punti in tutto nel girone D della serie D, penultima in classifica, dietro solo la Piovese.
Che ne è, da allora, degli ex campioni? Clicca su continua per leggere i loro recenti trascorsi e qui per ripercorrerne i volti nella nostra gallery.
Christian Arrieta, difensore del Lecce, uno dei pochi passati indenni alla bestemmia in diretta tv, è l’unico ad aver sfondato nel calcio professionistico.
Sossio Aruta, un passato in B col Pescara, gioca in Eccellenza a Comacchio.
Claudio Moschino, 34 anni, aveva poco da chiedere al calcio vista la sua età avanzata: in compenso nutriva un’enorme attrazione per i riflettori non ricambiata (ora gestisce un negozio di abbigliamento a Napoli).
Più fortuna nel mondo dello spettacolo (ma neanche troppa) ha avuto l’ex compagno di squadra Giorgio Alfieri, premiato dal fisico aitante che gli ha consentito di avere prima un cameo in Vita Smeralda di Calà e poi un posto da tronista nel pomeriggio trash di Maria De Filippi.
Emanuele Morelli, assicuratore a Milano Marittima e attaccante della Vis Pesaro, ricorda l’effetto di alienazione prodotto dal sogno calcistico coltivato dalla tv (fu proprio lui ad andare in sfida alla puntata di esordio nello storico ballottaggio con Gilles Rocca):
“Il primo anno la simulazione era perfetta, cinquemila spettatori a partita, 42 mila in un’amichevole a Palermo, manco fosse la Nazionale azzurra. Cervia era un cult, venivano da fuori, dalla Sicilia, dalla Puglia, dalle Marche, legioni di ragazzine invasate, la figa che ci rincorreva per strada, eravamo finti ma sembravamo veri, eravamo catorci ma sembravamo Porsche”.
Anche Manuel Paesani ne ha fatta di strada, ma alla fine è tornato alle proprie origini. Il difensore riminese, cresciuto nelle giovanili del Cesena dagli 11 ai 19 anni, è stato uno dei protagonisti della prima edizione (nonchè mirino fisso degli sfottò della Gialappa’s). La sua esperienza nel Cervia non è stata propriamente esaltante, prima la rottura del crociato (per la seconda volta in due anni) al secondo giorno d’allenamento, poi il rapporto non idilliaco con il tecnico Graziani (solo 5 presenze):
“Venivo dalla serie C, dove avevo vinto il campionato e avevo un ingaggio. Sono stati i miei amici che hanno insistito perché provassi. Non pensavo che sarebbe andata così. Avevo trovato un allenatore che non poteva vedermi. Ho un carattere forte, conosco i miei mezzi e non mi piaceva essere preso in giro. Il motivo perché l’ho fatto era la possibilità di fare il ritiro con Juve, Milan o Inter, valeva la pena rinunciare ad un grosso ingaggio per questo”.
Dopo il reality è andato a finire nella corte di corteggiatori di Uomini e Donne, su cui rivela un triste retroscena:
“Ero senza squadra e il mio agente ha voluto portarmi a Roma per farmi un provino. Avevo uno sponsor, sinceramente non mi interessava la tv e avevo subito messo in chiaro che se avessi trovato la squadra sarei andato via. Ho fatto nove puntate e dieci esterne, perché una volta una me l’hanno fatta ripetere. E’ finita che me ne sono andato a dicembre. Non avevo voglia di restare a farmi insultare senza potere ribattere. E’ stata un’esperienza che non mi ha lasciato molto, perché devi frequentare le feste, a me non andava di stare in quel mondo. Se ti comporti così vai avanti anche per un po’ di anni, ma a me piace fare quello che voglio e non mettermi al servizio degli altri”.
E’ da due stagioni che gioca in Eccellenza, prima Dozzese e adesso Castrocaro. Insomma, un carattere forte con idee chiare non l’ha portato fuori dal calcio, la sua grande passione. A dimostrazione che la tv non è tutto nella vita.
Campioni il sogno reality