L’Ercolani via dalla Stalla, entra la De Filippi (autrice)
Massimo Donelli, direttore di Canale 5, aveva così frenato le critiche e i disfattisti verso Uno due tre stalla!, cercando di evitare bruschi allarmismi:“Lasciamola andare in onda, state tranquilli… Endemol (la società produttrice ndr) sta facendo alcune riunioni per apportare delle modifiche, ma non è che se uno si alza la mattina e dice che
Massimo Donelli, direttore di Canale 5, aveva così frenato le critiche e i disfattisti verso Uno due tre stalla!, cercando di evitare bruschi allarmismi:
“Lasciamola andare in onda, state tranquilli… Endemol (la società produttrice ndr) sta facendo alcune riunioni per apportare delle modifiche, ma non è che se uno si alza la mattina e dice che chiude, significa che sia così. Lo spostamento al mercoledì? Era previsto già alla partenza”.
Eppure, c’è una grossa novita all’orizzonte, di quelle clamorose. Il capoprogetto Simona Ercolani, reduce dai fasti mediatici de La pupa e il secchione, è stata letteralmente fatta fuori dal team autorale. Come riportato stamane da Dagospia, alla presentazione della scaletta per la prossima puntata il direttore Massimo Donelli e il producer Paolo Bassetti hanno osato bocciare il lavoro della Ercolani. La soluzione trovata al rischio di flop su tutta la linea è delle più drastiche: fuori la focosa Ercolani, dentro – come autrice – la De Filippi, affiancata dalla fidata Sabina Gregoretti.
Chi l’avrebbe mai detto che Mediaset avesse così investito su questo programma da non ammettere alcun segno di cedimento e ricorrere ancora una volta a Santa Maria per risollevare le proprie sorti?
Si parla di liti tra produzione, autori e conduttrice, complice, sembra, una frustata di Silvio Berlusconi colpito dall’eccesso di trash. La Stalla, che si aggira in termini di ascolto intorno ai 4 milioni e 18% di share di media, domani se la vedrà con la Champions su Rai 1 (Roma-Manchester) e un altro reality all’esordio, La sposa perfetta su Raidue. Per molti sarà la prova del fuoco. Mentre Barbara D’Urso, in un’intervista a Tgcom, conserva la consueta diplomazia a cui ci ha abituati dai tempi del fallimentare Circus:
“Uno, due, tre… Stalla è un prodotto della campagna e, come tale, ha bisogno di tempo. Lo si concima amorevolmente, poi germoglierà e crescerà sano e forte. Ma siamo appena partiti! E poi siamo andati in onda contro a una corazzata”.
Non sarà che allo smaliziato pubblico televisivo interessa più il marasma del dietro le quinte che la sostanza didascalica di per sè farlocca?