Rai, Oliviero Beha in pensione: “Mi hanno trattato come fossi un fastidio, Vianello mi ha preso in giro”
L’ex conduttore di Brontolo avrebbe voluto proseguire la sua avventura in Rai ma è stato immediatamente pensionato. E non l’ha presa bene
Da ieri Oliviero Beha, che forse per festeggiare in maniera originale l’evento si è palesato tra gli ospiti de La Gabbia su La7, non è più giornalista Rai. Infatti, dopo 25 anni in azienda, prima da esterno, e dall’età di 52 anni assunto, è stato pensionato da Viale Mazzini, avendo raggiunto i 65 anni di età. Beha, intervistato da Il Fatto Quotidiano, foglio sul quale prosegue a scrivere, ha ammesso che “volevo continuare” ed invece “mi hanno trattato come se fossi un fastidio. E un fastidio, appena puoi, lo rimuovi”. Già negli scorsi mesi la democratica Puppato aveva chiesto lumi alla Rai sul trattamento subito dal giornalista.
Beha oggi racconta che Telepatia, il programma da lui condotto su Rai3 in seconda serata, gli è stato chiuso a dicembre 2012 dopo sei puntate anche se “andava molto bene, faceva meglio della media di rete”. Il giornalista, che ha da ridire anche sulla programmazione mattutina del suo Brontolo, il talk in onda sempre sulla terza rete Rai fino al 24 giugno 2013, fa notare agli abbonati che “per mesi mi hanno pagato senza farmi lavorare”. Quindi spiega di essersi sentito preso in giro da Andrea Vianello, direttore di rete:
Mi ha assicurato che ci avrebbe pensato, che mi avrebbe sfruttato nel periodo che mi rimaneva, insomma mi ha preso in giro.
Beha, amareggiato per essere stato “tenuto parcheggiato”, lancia poi l’attacco frontale alla tv pubblica. Niente di particolarmente originale, intendiamoci:
Sono l’unico giornalista, tra i vecchi di Viale Mazzini, che non ha avuto una prima serata. Forse non sono capace a tessere quelle relazioni che contano. Non ho padrini e detesto la servitù militare verso i politici. In Rai regna il principio del ‘lecco, quindi sono’.
Ovviamente Beha non fa nomi, ma racconta anche di non aver “mai incontrato un alto funzionario di Viale Mazzini davvero di spessore culturale”. E alla fine si concede una riflessione:
La politica usa la Rai e la Rai usa la politica, entrambi usano il Paese. Vai in Rai per fare un favore a chi ti chi ha mandato. Quando uno sfugge a questa logica ferrea, diversa e uguale a destra e a sinistra, o è un grillino o è un rompiscatole. Doveva essere servizio pubblico, ma è un prodotto privato.