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Rai, Gubitosi chiede aiuto a Sky per la lotta contro l’evasione del canone

E torna in primo piano la questione del criptaggio messo in atto dal 2009 dalla Rai su alcune sue trasmissioni che non sono quindi visibili su Sky

pubblicato 16 Gennaio 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 09:32

Torna in primo piano la questione del criptaggio messo in atto dalla Rai su alcune sue trasmissioni che non sono quindi visibili su Sky. La pratica fu iniziata dalla tv pubblica nel 2009 quando direttore generale era Mauro Masi e da allora la pay-tv ha vinto due cause, una al Tar del Lazio, l’altra al Consiglio di Stato. A questo punto, secondo quanto ricostruito dal quotidiano La Repubblica, Sky è pronto a richiedere a Viale Mazzini un risarcimento di 50 milioni di euro. L’Ufficio legale della Rai, così, sarebbe già pronto alla controffensiva: contesterà a Sky il lancio della pennetta Usb che ha permesso agli abbonati di vedere il digitale terrestre aggirando il criptaggio Rai.

Sulla contesa si è espresso Salvatore Margiotta, senatore del Pd e vice presidente della commissione Vigilanza Rai, che, pur auspicando l’intesa tra le parti nell’ambito della ‘Confindustria delle reti radiotelevisive’, la neonata Associazione istituita fra i rappresentanti Rai, Mediaset, Sky, La 7, Telecom Italia Media e la Federazione Radio Televisioni (in rappresentanza delle imprese televisive locali e radiofoniche), ha definito legittime le perplessità della Rai:

Se alla fine tutte le trasmissioni Rai si dovessero vedere su piattaforma Sky perché un cittadino dovrebbe pagare il canone?

Intanto sarebbe in corso una trattativa tra l’ad Sky Andrea Zappia e il dg Rai Luigi Gubitosi; quest’ultimo avrebbe detto ai consiglieri di amministrazione di essere pronto a “interrompere il criptaggio dei miei programmi domani mattina a patto che la pay-tv ci sostenga” nella battaglia contro l’evasione del canone.

Infatti Gubitosi è convinto che tra i 4,76 milioni di clienti della pay-tv (dato aggiornato a giugno scorso) ci siano un milione e 190 mila famiglie che non pagano il canone Rai. Per questo motivo chiede a Zappia – al momento molto perplesso a riguardo – di poter accedere ai nomi degli abbonati Sky.

Infine, a Viale Mazzini in ballo resta la questione del bollino blu che dovrebbe comparire sugli schermi per indicare i programmi finanziati dal canone, come previsto nella bozza di contratto messa a punto da Rai e Ministero dello Sviluppo Economico. Margiotta spiega all’AdnKronos:

Sul bollino blu non c’è una visione unanime e alcune posizione cristallizzate. Pd e Sel sono contrarie. Noi, infatti, perché riteniamo che il servizio pubblico abbracci tutti i generi come d’altronde ha sempre sostenuto la Bbc, e cioè intrattenimento, educational e informazione. Perché trasmettere un bel film o un programma di intrattenimento il sabato sera non dovrebbe essere servizio pubblico? Insomma non si possono davvero fare distinzioni in linea di principio.

Anche il M5S – secondo quanto riferito da Margiotta – starebbe cambiando idea sul bollino, inizialmente ben visto per una questione di trasparenza.
Da segnalare, in chiusura, che il parere della Vigilanza Rai sul nuovo contratto di servizio fra Rai e Stato dovrebbe arrivare agli inizi di febbraio e non entro fine mese come previsto, perchè nelle prossime settimane saranno ascoltati altri interlocutori, fra cui Sky Italia e Articolo 21.

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