E pensare che stava andando tutto bene. No davvero, io ero stupita. La prima puntata dell’anno di Lucignolo 2.0 era partita bene. Sempre sulla falsariga de Le Iene, la solita comparsa di qualche buona idea sfruttata maluccio, ma il programma sembrava aver fatto un piccolo passo avanti rispetto a ciò che eravamo abituati a vedere nel 2013. Non mi annoiavo, tanto per cominciare. Ma poi, poco prima di mezzanotte, è iniziata la parte “hot” dello show. E io mi sono ritrovata a rimpiangere la noia passata.
Andiamo con ordine: la rubrica dedicata all’how to sotto le lenzuola è stata affidata al pornodivo Franco Trentalance, uno che indiscutibilmente sa di cosa sta parlando. Poi l’idea è nuovissima. Voglio dire, se non fosse per Ci Pensa Rocco, lo sarebbe davvero. In ogni caso qui l’impostazione è diversa: prima di tutto si tratta di una parentesi all’interno di un programma, poi l’opera filantropica dell’attore hard in questo caso è rivolta a chiunque si senta di fargli domande per risolversi alcuni dubbi che riguardano il tema in questione. E le domande ci sono state, in forma di videomessaggi.
Tali videomessaggi riguardavano temi come le dimensioni, la durata e amenità varie del tutto legittime, visto l’argomento trattato. Solo che le risposte sono state parziali. Nella prima parte, quella teorica, il buon Franco circondato da fanciulle ben poco vestite, si è prodigato a dar lumi per alcuni quesiti che gli erano stati posti. Nella seconda, quella “pratica”, le cose sono andate diversamente. Trentalance ha chiamato sul divano una delle ragazze sedute intorno a lui. Il suo intento era quello di spiegarci una posizione specifica, la pecorina. Sì, ma Franco: chi te l’ha chiesto?
Capisco che mostrare una fanciulla in intimo con tanto di tettone rifatte, riscuota più appeal della domanda di un ragazzo che chiede: “Ma davvero esistono pillole che te lo fanno allungare?”, però il punto è che questa scenetta è stata totalmente fuori tema. Sono certa che sia difficile parlare di sesso in tv ma sono altrettanto convinta che ci sia del potenziale per farlo in modo divertente e sensato. Ci Pensa Rocco ci è riuscito, tanto per fare un esempio recente.
L’idea di mettere una ragazza a quattro zampe sul divano con tanto di pallina da tennis sulla schiena per verificare se l’inarcatura fosse corretta, potrebbe essere perfetta per un gruppo di quattordicenni smanettoni (no, con “smanettoni” non intendo “amanti del pc”), e nient’altro. Era fuori luogo, stupida e insensata rispetto a quelle che ci erano state presentate come le premesse della rubrica.
Ma forse, ampliando il discorso, il problema di fondo di Lucignolo 2.0 è proprio questo: quando c’è un’idea che potrebbe anche essere buona, viene invalidata per il modo in cui si decide di raccontarla. Così, se l’intervista in manette sarebbe una trovata interessante, non rende perché le domande all’ospite ammanettato non vengono poste davvero: il giornalista si limita a seguire la sua preda creando situazioni (wannabe) buffe quanto uno sketch di Colorado. Se mi prometti un’intervista, io mi aspetto delle domande. Ed ecco che le premesse vengono tradite di nuovo.
Ma davvero oggi per parlare di sesso e dintorni c’è bisogno di un esperto del settore e di una ragazza che si limita a stare col fondoschiena all’aria? I “ruoli” devono essere questi perché gli ascolti si fanno con l’ostentazione silenziosa di un perizoma di pizzo? Il problema non è il sesso in tv. Come non lo è il trash o il gossip. Il problema, un po’ come accade sotto le lenzuola, è l’how to.