Sabina Guzzanti non diffamò Mediaset
Il 16 novembre 2003, esattamente 3 anni e 100 giorni fa, andò in onda l’ultimo programma di satira politica sulla tv di stato italiana. (Sì, è passato tutto questo tempo).Si trattava della prima puntata di Raiot, di Sabina Guzzanti. Il programma, in una Rai già normalizzata, era un fulmine a ciel sereno e il grafico
Il 16 novembre 2003, esattamente 3 anni e 100 giorni fa, andò in onda l’ultimo programma di satira politica sulla tv di stato italiana. (Sì, è passato tutto questo tempo).
Si trattava della prima puntata di Raiot, di Sabina Guzzanti. Il programma, in una Rai già normalizzata, era un fulmine a ciel sereno e il grafico degli ascolti registrò un successo notevole per quell’orario. Poco meno di un’ora di trasmissione, una serie di sketch esilaranti (parere personale) di una satira graffiante che non risparmiava l’allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nella sua veste di politico, ma soprattutto di imprenditore.
Quello che è successo poi lo sapete più o meno tutti. A beneficio degli altri, per grandi linee, con il massimo della neutralità possibile lo riassumo. Nel giro di pochissime ore arrivò una serie di querele alla Rai da parte di Mediaset, di Silvio Berlusconi, di Forza Italia (sì, sono tre cose diverse) ed altri soggetti che si ritenevano diffamati dai monologhi e dall’intera trasmissione della Guzzanti.
Il metodo non era “sconosciuto”, qualcosa di simile accadde con Satyricon di Daniele Luttazzi, ma stavolta le conseguenze furono diverse. Il consiglio d’amministrazione della Rai, nominato dal governo in carica, sospese immediatamente il programma per “tutelare l’azienda” dall’oneroso risarcimento danni richiesto dai querelanti. Il sistema, lo riconoscerebbe chiunque, è un po’ curioso.
Aldilà dei giudizi di merito i fatti ci dicono che a distanza di poche settimane dall’accaduto la bocciatura della querela penale di Mediaset nei confronti della Guzzanti non bastò a determinare la ripresa del programma. Nonostante venisse a cadere parte del presupposto per la chiusura non si aveva diritto alla riapertura. Ieri è arrivata un’altra vittoria per la Guzzanti. Il tribunale civile ha riconosciuto che Raiot non diffamò Mediaset ma si limitò ad esercitare il diritto di critica e di satira.
Ora, basterà questo ennesimo giudizio favorevole per il ritorno della satira in una Rai in teoria “di sinistra”? Non so perchè, ma nutro qualche dubbio. Intanto la prima stagione televisiva post-berlusconi è terminata senza cambiamenti sostanziali, chi pensava che eliminando il cavaliere si sarebbero risolte certe allergie della tv nei confronti della satira politica si sbagliava di grosso.
Per una rinfrescatina di memoria sul caso e sulla trasmissione avete diverse alternative:
1. Reperire l’interessantissimo documentario “Viva Zapatero!” girato dalla Guzzanti proprio per raccontare il suo caso confrontato con il resto del mondo e d’europa
2. Andare più giù e gustarvi un esilarante duetto tratto dalla prima puntata con Marcorè nei panni dell’allora Ministro Gasparri
3. Andare su Google Video e guardarvi lì tutta la prima puntata di Raiot (qualità video bassa).