La vittoria del Tg5
Giusto qualche giorno fa Filippo, un nostro lettore, si lamentava a ragione della progressiva deriva del TG5 di Carlo Rossella. La mutazione è sotto gli occhi di tutti: i contenuti dell’ex-creatura di Enrico Mentana stanno lentamente virando verso una progressiva studioapertizzazione (mi consentirete l’arduo neologismo). Con preoccupante frequenza compaiono servizi che trattano le classiche (non)notizie
Giusto qualche giorno fa Filippo, un nostro lettore, si lamentava a ragione della progressiva deriva del TG5 di Carlo Rossella. La mutazione è sotto gli occhi di tutti: i contenuti dell’ex-creatura di Enrico Mentana stanno lentamente virando verso una progressiva studioapertizzazione (mi consentirete l’arduo neologismo).
Con preoccupante frequenza compaiono servizi che trattano le classiche (non)notizie di gossip, le storie di animali smarriti, maltrattati e similari che costituiscono l’ossatura classica di Studio Aperto nel suo discutibile ruolo di “tg dei giovani“.
Proprio Filippo, nella sua email, era preoccupato che il Tg5 stesse perdendo le sue caratteristiche proverbiali sacrificando l’autorevolezza acquisita sull’altare dell’audience.
Beh, ora rischiamo di doverci preoccupare sul serio. Domenica scorsa il Tg5 delle 20 ha battuto l’asfittico Tg1 di Gianni Riotta.
Il distacco è stato minimo (6.6 mln contro 6.4 e uno 0.7% in termini di share) e nell’edizione delle 13 il Tg1 continua a dominare incontrastato, ma questo successo simbolico rischia di spingere ulteriormente in una direzione che ci piace poco il Tg5 di Rossella, fra le altre cose stando ad alcune voci prossimo a perdere il posto in favore di Clemente Mimun, il profeta dell’infotainment all’italiana.
Andando ad analizzare con attenzione i dati si intravedono una serie di eventi coincidenti che hanno concorso al raggiungimento del risultato. Domenica è stata una giornata “super” per tutta Canale 5, con i record di Paperissima Sprint e di Amici, ma soprattutto con la vittoria del traino Chi vuol essere milionario contro la Domenica In di Baudo.
I responsabili di Canale 5 avevano fiutato l’occasione ghiotta per mettere a segno il sorpasso e in via sperimentale hanno strategicamente rimosso il break pubblicitario classico fra la fine del Milionario e l’inizio del Tg.
Insomma, complessivamente si tratta di circostanze difficilmente ripetibili, ma che non scalfiscono il dato di fatto che battere il Tg1 non è un’impresa impossibile. La pia speranza è che al Tg5 non leghino le ragioni del successo all’abbozzo di virata della linea editoriale, risparmiandoci in futuro i “collegamenti in diretta” dallo stanzino di fianco, i servizi costruiti sulle imitazioni dei programmi della Gialappa’s e i “collegamenti telefonici” da ogni parte d’Italia per brevi telegrammi di 15 secondi sulle condizioni meteorologiche nel paese.
[Grazie a Simone per la segnalazione]