Banfi “icona gay”, si difende e contrattacca
Le critiche per Il Padre delle Spose, poi quelle per la spazio dato alla coppia gay di un Medico in Famiglia: Lino Banfi è oramai nel mirino dell’Osservatore Romano da parecchio tempo.L’ultimo episodio è un articolo della settimana scorsa apparso sul giornale del Vaticano che è coinvolto in prima linea nell’offensiva delle gerarchie ecclesiastiche e
Le critiche per Il Padre delle Spose, poi quelle per la spazio dato alla coppia gay di un Medico in Famiglia: Lino Banfi è oramai nel mirino dell’Osservatore Romano da parecchio tempo.
L’ultimo episodio è un articolo della settimana scorsa apparso sul giornale del Vaticano che è coinvolto in prima linea nell’offensiva delle gerarchie ecclesiastiche e della CEI di affossare il nascente progetto di legge sui DICO, i Pacs all’italiana.
Sono parole di fuoco quelle della firma dell’Osservatore Romano, che riguardano tutta la tv di stato:
“da quando è entrata in concorrenza con le emittenti private, si è piegata alle tiranniche esigenze dell’audience e alla passiva subordinazione agli umori, alle mode, ai gusti anche deteriori, di momento in momento maggiormente diffusi nelle più larghe zone del pubblico”.
Queste fiction “prospettano una visione della realtà tanto superficiale da risultare ingannevole per quanti, e sono molti, considerano la televisione come la dispensatrice della verità“. Il problema per la Chiesa non è solo il fatto che il tema così delicato venga trattato, ma che inserito nelle fiction nostrane appare “come fosse un problema risolto quando invece è drammaticamente aperto“.
Segnatamente al Vaticano non piacciono le “scelte” delle fiction Rai e il simbolo di quelle più contestate, Lino Banfi (protagonista sia de Il Padre delle Spose che di Un Medico in Famiglia), è l’obiettivo delle critiche più feroci.
Ora non sappiamo quanto le prese di posizione dell’Osservatore Romano possano essere positive, l’impressione dall’esterno è che la battaglia culturale sulla “famiglia” e sul generale rifiuto di qualsiasi riconoscimento delle “forme alternative di convivenza” sia già persa non solo nel mondo laico, ma in buona parte di quello cattolico.
Attaccare quello che fino a tre mesi fa era un simbolo positivo per i cattolici pare essere una mossa controproducente e poco lucida, dettata più dalla frustrazione che da altro.
Certo è che questa vicenda ha reso un devoto di Padre Pio fervente sostenitore della legge sulle coppie di fatto allergico all’atteggiamento della Chiesa ”troppo rigido” (“In Italia ci sono dei diktat, degli integralismi anche stupidi“), capace di ridicolizzare il dogma della castità pre-matrimoniale (“è una bellissima barzelletta”) e di provocare apertamente la Chiesa sulla reale possibilità che la televisione possa automaticamente condizionare i comportamenti delle persone:
”Il mio prossimo ruolo? Farò un mafioso. Da anni sogno di interpretare un cattivo. E proprio alle persone che mi giudicano così carismatico vorrei chiedere: che ne dite? Adesso la gente si metterà ad ammazzare perché lo fa Banfi in tv?”
La risposta di Banfi è ospitata anche nel Blog che l’attore pugliese gestisce.
Il tono del suo post è addolorato, da cattolico (con dichiarate simpatie destorse, fra le altre cose), per questo fuoco di fila nei suoi confronti.
Chiaro in questo passaggio il riferimento alla difficoltà di riuscire a far mandare in onda la sua fiction e il tentativo di “oscurarla”:
Perché nessuno spiega al pubblico “meno provveduto”, come scrive sempre il nostro con due cognomi, che la suddetta fiction ha avuto delle pressioni così forti, non sappiamo da parte di chi o lo sappiamo ed evitiamo di dirlo, per le quali ha rischiato di non andare più in onda e rimanere per sempre confinata nei magazzini? E meno male che alcune persone con le persiane del cervello un po’ più aperte hanno difeso me e il prodotto, che è andato in onda lo stesso con un grandissimo successo di ascolto.
Banfi non manca di citare tutti gli episodi nei quali il mondo cattolico lo aveva elogiato puntando a far risaltare il mutato atteggiamento per colpa di una fiction in cui si è limitato a “trattare il tema dell’amore della comprensione, dell’altruismo, della compassione e del perdono“:
Mi ricordo tante copertine e articoli di Famiglia Cristiana che mi qualificavano come attore a tutto tondo. Forse si riferivano alla mia fisionomia rotonda? E gli articoli elogiativi che in passato ha fatto lo stesso Osservatore Romano? Ah, forse quelli erano scritti da giornalisti con un solo cognome. […] Mi ricordo, due anni fa o giù di lì, la sera del concerto del 1° Giugno al Quirinale, a cui ogni anno vengo invitato. Stavamo lì nei giardini ad aspettare il Presidente Ciampi e la signora Franca per salutarli quando l’allora Presidente della Camera P.F.Casini mi salutò affettuosamente e, ad alta voce, disse: “Nonno Libero è un genio! Ha rimesso insieme la famiglia…”. Non mi definì un ex comico ma un attore capace di far ridere e commuovere.
Infine sottolinea gli effetti che questa crociata contro di lui stanno già producendo e non nasconde il suo profondo disagio, insieme alla sua risolutezza:
Per concludere, la mia paura adesso sapete qual è? Ieri ho fatto quello che faccio sempre da tantissimi anni: sono andato in Chiesa a S.Ippolito, la mia parrocchia. Ogni volta, quando finisce la messa, molte persone, uscendo, mi vedono lì nel mio angolo e mi sorridono, a volte addirittura mi accarezzano e mi baciano. Ieri, invece, un’anziana signora mi ha guardato e ha scosso la testa come per dire: quoque tu…
Come devo recepire questo segno? Stasera quando tornerò a casa, dopo le dieci ore di lavoro da ex comico per la “dolciastra soap opera” di Medico 5, mi chiuderò nel mio studio vicino alle foto di Papa Woityla che mi accarezza, di Padre Pio e di mio padre e chiederò consiglio a loro…
Una querelle lontana dal risolversi e difficile anche solo da immaginare prima dell’estate scorsa.