Olimpiadi di Londra 2012, tennis: Federer-Murray, replica di Wimbledon 2012
Lo svizzero torna numero uno al mondo. E la generalista perde l’occasione di trasmettere un confronto epico.
Londra 2012, Federer-Murray: i precedenti
Londra 2012 – L’8 luglio scorso raccontavo l’evento televisivo per pochi: la finale Federer-Murray di Wimbledon 2012. Oggi, paradosso dei paradossi, c’è una replica di quell’evento. Ma non rientra nel novero delle terribili, svilenti repliche estive che la tv generalista ci propina a raffica, come dosi metadoniche da dispensare a teledipendenti (dimentichi del fatto che non sono più sole, le generaliste, e i teledipendenti troveranno ben altri lidi e poi, magari, in meno torneranno all’ovile). No, l’evento, la finale a Wimbledon fra Roger Federer e Andy Murray si replica oggi, a meno di un mese di distanza, per una serie di circostanze che si sono incastrate.
Primo: ci sono le Olimpiadi di Londra 2012. Secondo: essendo a Londra, il torneo di tennis si svolge a Wimbledon (con un’importante variazione: siccome non è il torneo di Wimbledon, si può giocare con i vestiti colorati). Terzo: essendo evidentemente Federer e Murray i due giocatori più in forma del circuito, hanno di nuovo battuto tutti (non senza fatica, per lo svizzero, che è stato impegnato in una vera e propria maratona con l’argentino del Potro) e si trovano di nuovo a fronteggiarsi. Questa volta, in palio, c’è l’oro olimpico. I precedenti fra i due sono in parità perfetta. Ma non contano niente, oggi, i precedenti. Conta il fatto che, nel marasma di repliche estive, almeno alcuni telespettatori potranno godersi la replica di un grande evento che è replica solo per le circostanze al contorno, ma in realtà è un sequel. O forse un reboot.
Qualunque sia il modo in cui lo vorrete chiamare, anche questa volta sarebbe un grande evento televisivo da generalista.
Wimbledon 2012, Federer Murray 4-6 7-5 6-3 6-4
Wimbledon 2012 – Federer batte Murray in finale
E’ un vero peccato che eventi sportivi come la finale di Wimbledon 2012 siano riservati a chi può disporre della pay tv. E’ un vero peccato che in pochi (sarà comunque interessante vedere la stima degli ascolti domani) abbiano potuto godersi Roger Federer sconfiggere Andy Murray e tornare alla vittoria in uno dei tornei del Grande Slam dopo due anni. Perché è in momenti come questi, di quel grande sport che racconta anche percorsi di vita vera, che avrebbe un senso poterselo godere tutto, l’evento.
Perché la tv, che pure sembrerebbe non aver più tempo per sport “lenti” come il tennis (e infatti, per evitare le sospensioni per pioggia, a Wimbledon, come saprete, è stato montato anche il tetto: è stato fatto anche, soprattutto per la tv), ha tutte le potenzialità per raccontarlo. Per raccontare quel tempio che è il centrale di Wimbledon dove arrivano in passerella anche le sorelle Middleton. Per raccontare la liturgia, quell’abbigliamento bianco che, sull’erba londinese, è ancora obbligatorio.
Certo, il tennis per molti non sarà televisivo. Ma è semplicemente epico. E se poi ci si mette il lato umano, la storia personale di Federer, probabilmente il più grande tennista della storia – il mai troppo compianto David Foster Wallace lo descrisse come un’esperienza religiosa –, quella di Murray, il tifo per l’idolo locale, be’, ecco che l’evento televisivo è completo.
E per chi avesse ancora dei dubbi, c’è anche la commozione, l’emozione, il coinvolgimento: quella del campione che si lascia andare a qualche smorfia dopo la vittoria, quella dello sconfitto che, al momento di prendere in mano il microfono e di ringraziare tutti, non riesce a trattenersi e scoppia in lacrime e deve prendere ben più d’un respiro prima di provare a parlare, ancora con la voce rotta dal pianto, e dire: «Ci sono andato vicino» (a vincere Wimbledon), per poi scoppiare di nuovo.
Sono lacrime vere, emozioni vere mica da reality. Come sono vere le parole felici di Federer, che a 30 anni ritorna numero uno al mondo. Se non è un evento televisivo questo, la tv cosa può raccontare? E invece, la generalista lascia perdere le nicchie e si concentra su altro. Anche quando le nicchie portano con sé l’epica.
Foto © TM News