Person of interest, Jonathan Nolan spiega il colpo di scena dell’episodio di martedì scorso (e l’uscita di scena di…)
Jonathan Nolan, creatore di Person of interest, ed un attore del cast, spiegano il colpo di scena della puntata della terza stagione andata in onda martedì, con l’uscita di scena di un personaggio
-Attenzione: il post contiene spoiler sull’episodio della terza stagione di “Person of interest” andato in onda martedì scorso-
“Person of interest” regala al pubblico un colpo di scena che ha stupito il pubblico: nell’episodio andato in onda martedì sera in America, dal titolo “The Crossing”, in seguito ad alcuni eventi che hanno portato i protagonisti a combattere contro Alonzo Quinn (Clarke Peters) e l’agente Patrick Simmons (Robert John Burke), poliziotti corrotti dell’Hr, nelle ultime scene assistiamo all’omicidio di Carter (Taraji P. Henson) per mano di Simmons. Carter muore tra le braccia di Reese (Jim Caviezel).
Il pubblico non si aspettava quest’uscita di scena, ma Jonathan Nolan, creatore della serie tv, sapeva fin dall’inizio che nessuno dei protagonisti sarebbe stato al sicuro:
“Non avevamo nessun piano all’inizio dello show, del tipo ‘Oh, succederà in quel momento’, ma la promessa che abbiamo fatto a Taraji ed ai nostri attori era che non li stavamo mettendo sotto contratto per una serie che, se avesse avuto successo ed alti ascolti, li avrebbe tenuti per duecento episodi. Io e Greg Plageman (produttore esecutivo della serie, ndr) abbiamo parlato molto di uno show come X-Files, che ho adorato perchè c’era una storia ogni settimana, ma anche un’impressione più larga che ‘tutto poteva accadere'”.
L’autore, però, era preoccupato per il risulato di quest’episodio:
“Ci sono un milione di preoccupazioni a questo proposito, per noi, per il network, per chiunque altro. La prima preoccupazione era quella di raccontare una storia soddisfacente. Il resto era secondario. Ad inizio anno ho parlato con Taraji e le ho detto ‘Ok, ecco dove andremo’, e sapeva che sarebbe potuto accadere. E’ stata una conversazione bella ma dolceamara. Questi show sono difficili da fare, quindi quando trovi dei collaboratori come Taraji non vorresti scombussolare tutto, ma ciò che ci guida fin dall’inizio è che dobbiamo fare intrattenimento. Abbiamo un gruppo di autori assetati di sangue. Ma ciò che è grande di questa serie è che ti siedi e parli di come potrebbe svilupparsi. Quando riescono a sorprenderci, sorprendono il pubblico.”
La stessa Henson era consapevole che il suo personaggio sarebbe uscito di scena, idea che approvava, volendo dedicarsi al cinema:
“Ho sempre saputo che ci sarebbe stata una fine per questo personaggio. Non sapevo se sarebbe stato alla seconda stagione o alla terza stagione, ma sapevo che ci sarebbe stato un momento, che per me andava benissimo perchè amo non essere un personaggio fisso. Mi piace che la gente ne voglia ancora. Non mi piace diventare fissa. Non credo di essere ad un punto della mia vita in cui posso fare uno show per sette anni. Il cinema mi chiama. Alla mia età è molto importante, perchè quando non ti chiamano più, è finita”.
Un ruolo, quello che ha interpretato, che sapeva non l’avrebbe tenuta lontano dal cinema per molto:
“Ho pensato ‘Dedicherò due o tre anni ad una serie tv’. La televisione può essere più sicura del grande schermo. Tutto viene risolto alla fine di un episodio. Bisogna trova un capello per risolvere un mistero. Quello che ho apprezzato di questo show è che nessuno è al sicuro. E’ ciò che dovrebbe fare l’arte: dovrebbe farti provare qualcosa. Dovresti essere triste, lanciare un bicchiere ed urlare ‘Cavoliiiii, non guerderò più questo show’. Abbiamo fatto il nostro lavoro”.
L’attrice rivela che il personaggio di Carter potrebbe aver permesso ai telespettatori di voler altri personaggi femminili come questo:
“Forse il mio scopo era quello di aprire più porte per più donne determinate in tv. A volte non si nota qualcosa in tv fino a quando non è più in onda. Quindi forse il mio scopo è stato di aprire gli occhi del pubblico, fargli dire ‘Sì, vogliamo più donne forti in tv. Siamo più che fidanzate, moglie e madri. Facciamo molte cose!”.
L’uscita di scena di Carter arriva dopo un altro colpo di scena, ovvero il bacio con Reese. Nolan spiega che quella scena era stata scritta diversamente, e che il bacio non sarebbe dovuto esserci. A decidere che ci sarebbe stato, i due attori:
“La gente faceva il tifo per loro due, me compreso. Ma la storia ci ha portato in altri posti, e sono diventati buoni amici. Se gli attori ed il momento in cui recitano ti dicono di andare in una direzione, devi andare con loro”.
La scena in cui Carter esce di scena è stata molto difficile, ammette la Henson:
“E’ stato così triste. Molti uomini piangevano. Jim piangeva. Tutti erano felici per me, perchè sapevano che volevo girare più film, ma era come se dicessero ‘Dannazione, ci teniamo a te, ed ora ci lasci!’, Ma è stato fantastico.”
Per l’attrice, però, il personaggio ha una fine che rispetta i suoi ideali:
“Alla fine fatto quanto ha potuto fare. Era una poliziotta. Ha protetto Reese. E’ un’eroina. Ha servito il Paese per due volte in guerra. Era fatta così. Per quanto fosse preouccupata, è uscita di scena nel modo in cui avrebbe voluto.”
Nolan, inoltre, aggiunge che la scomparsa di Carter sarà al centro del prossimo episodio:
“Ciò che farà il resto del gruppo è complicato. La trama del prossimo episodio non è ‘Urrà, il nostro gruppo prende a calci chiunque’. Ci sarà il lutto, ed i danni che derivano da quello che è successo… Nell’episodio della prossima settimana, qualcuno proverà ad uccidere Simmons. Il vero mistero dell’episodio è scoprire chi sarà”.
Per la Henson, quindi, l’esperienza in “Person of interest” sembra chiudersi, anche se fa intendere di essere disposta ad interpretare ancora Carter:
“Assolutamente. Adoro Carter, e sono curiosa di scoprire di più su di lei. Ed il modo in cui puoi saperlo, sono i flashback”.