Home L’Arena, il caso baby squillo: dove non c’è morbosità c’è terrorismo psicologico (per i genitori)

L’Arena, il caso baby squillo: dove non c’è morbosità c’è terrorismo psicologico (per i genitori)

L’Arena di Massimo Giletti parla delle baby squillo. Dibattito costruttivo o terrorismo psicologico?

di grazias
pubblicato 17 Novembre 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 11:49

In discoteca ci vanno pure bambini di nove anni, è un fatto. Questa una delle tante frasi sentite oggi nel corso del primo segmento de L’Arena, il contenitore domenicale di RaiUno condotto da Massimo Giletti. Tale dichiarazione è emersa durante il dibattito in studio sul caso della settimana (del mese? dell’anno?): le babysquillo dei Parioli. Non c’è talk, contenitore di infotainment, telegiornale che non faccia riferimento alla questione e più volte abbiamo parlato di come spesso l’argomento venga trattato con massicce dosi di morbosità. Non ci eravamo mai occupati di un altro aspetto della vicenda, però, un aspetto che prende il nome di terrorismo.

Esagerato? Forse. Ma, prima di pensare che io la stia sparando grossa, lasciate che vi racconti cosa mi è capitato di vedere (e soprattutto di sentire) oggi alla corte di Giletti. Partiamo da un elemento più che apprezzabile: nel corso della puntata non c’è stata traccia delle intercettazioni telefoniche tra ragazzine e aguzzino di turno. Quelle frasi lì che sappiamo ormai tutti, lette con trasporto dalla voce di qualche stagista Rai che pensava di fare il giornalista dopo il Master in università. E invece, poi.

Quello che c’è stato, in ogni caso, è il dibattito. Dibattito acceso dalle dichiarazioni dell’incappucciata zia di una delle ragazzine che racconta di come non sapesse nulla degli illeciti della nipote. Dopo il suo intervento, in studio ha cominciato a serpeggiare il panico: “Ma noi possiamo dire di conoscere veramente i nostri figli oppure sono degli sconosciuti che ci gravitano per casa?”. Fin qui il dubbio potrebbe anche essere legittimo ma spesso in tv ciò che conta non è “cosa” si dice ma “come” la propria idea viene confezionata per il pubblico.

E quindi, a proposito del “come” vediamo un rvm che ci mostra una mamma preoccupatissima che, anche alla luce di quanto raccontato dalla tv in questo periodo, ha cominciato a seguire la figlia sedicenne quando esce la sera:

Lei va in discoteca e io la seguo in macchina fino all’entrata, poi resto lì davanti e aspetto che esca anche fino alle tre di notte perché voglio vedere con chi è e cosa fa. Fuori dai locali, la sera, io vedo tutti questi uomini con gli alcolici in mano e ho paura che possano fare delle proposte a mia figlia, anche solo offrirle qualcosa da bere. Anche perché lei poi si mette i tacchi e sembra più grande…

Di ritorno in studio, il parterre di ospiti comincia a blaterare in merito all’opportunità di mandare le proprie figlie a dormire a casa di un’amica perché non si sa mai cosa facciano poi. Ricordiamoci che una delle due fanciulle dei Parioli era stata coinvolta in quel giro dall’amichetta del cuore, si dice più volte. E inoltre, attenzione, le discoteche sono quei posti in cui i baristi o chi per loro non vedono l’ora di mettere droga nei bicchieri di povere sprovvedute, tanto sprovvedute da essere convinte di aver ordinato un analcolico.

Insomma, genitori, le vostre figlie sono perennemente in pericolo quando escono la sera, specie se minorenni. Perché, si sa, quando un cane morde un bambino, per il mese seguente sembra che tutti i Fido d’Italia non facciano altro da mattina a sera. E quindi, oggi e per i prossimi trenta giorni (se ci va bene) tutte la ragazze sotto i diciotto anni sognano di fare le Veline (davvero? ancora?) oppure di guadagnare tantissimi soldi vendendo il proprio corpo al miglior offerente. Così si possono permettere una borsa nuova. Quando cerco di spiegare a mia madre, terrorizzata davanti alla tv, che la situazione descritta corrisponde a realtà fino ad un certo punto, interviene una giovane del pubblico:

Io ringrazio mia mamma che mi ha messo in testa tantissime paure. Quando ero più piccola la prendevo in giro e pensavo fosse esagerata, le dicevo che si faceva influenzare troppo dalla televisione e dai giornali. E invece è tutto come diceva lei dalla droga in poi. E io l’ho visto ed evitato solo grazie a lei.

Ecco.

Ma, in tutto ciò, nessuno in quello studio ha posto l’unico interrogativo che, forse, avrebbe avuto un senso chiedersi: cosa ci fa una sedicenne in discoteca alle tre di notte? Beh, per non parlare di quelli di nove anni, poi. A chi non è mai capitato di vederne almeno un paio nella movida della propria città? Saranno loro che mettono le pasticche nei bicchieri?

Rai 1